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quanto costa avviare una startup
Tempo di lettura: 6 minuti
Aggiornato al 05 Dicembre 2022

Quanto costa avviare una Startup

Sei pronto a lanciare la tua startup? Non farlo prima di esserti accertato di conoscere con ragionevole precisione di quanti soldi avrai bisogno per avviare il tuo business e gestirlo senza rischi.

Sapere quanto costa aprire un’attività in Italia oggi potrebbe non bastare: una startup ha voci di spesa specifiche e particolari agevolazioni, che richiedono, quindi, ragionamenti ulteriori. Per agevolare la riflessione su quanto costa aprire una startup è possibile suddividere l’analisi in 4 punti precisi:

  • le spese di ricerca che precedono l’avvio dell’attività;
  • le spese legate alla costituzione dell’azienda;
  • le spese da sostenere nella fase di avvio;
  • le spese che bisogna affrontare per mantenerla in vita.

 

Costi di avvio start up: spese di ricerca

Devi subito sapere che, per poter rispondere in maniera esauriente e precisa alla domanda “Quanto costa aprire una startup?”, è necessario che tu prenda in considerazione anche la fase che precede la sua costituzione ufficiale. I costi di ricerca che devi sostenere prima di metterti in proprio, infatti, sono decisivi perché anche e soprattutto da questa fase dipende il buon esito della tua avventura imprenditoriale.

I primi step fondamentali sono la ricerca del modello di business e la stesura del business plan, che deve tenere conto di tutti i costi di gestione che la tua startup dovrà affrontare nella sua fase di lancio. Si tratta di un passaggio molto delicato, nel quale potresti renderti conto di aver bisogno della consulenza di un team di esperti in business plan al fine di evitare di commettere errori che potrebbero avere gravi ripercussioni sulla sopravvivenza stessa della tua startup.

Devi, poi, effettuare (oppure commissionare) le ricerche di mercato necessarie ad avere le idee più chiare sul contesto in cui la tua startup si troverà ad operare, così da poter poi prendere decisioni più consapevoli e più efficaci.

 

Costi di avvio start up: spese di costituzione

È arrivato il momento di entrare nel vivo della questione: quali sono i passaggi burocratici e le spese che, oggi, deve sostenere chi vuole costituire una startup in Italia?

A tal proposito devi sapere che l’iter burocratico standard da seguire per la costituzione di una startup prende il via con lo studio e la redazione dello statuto e dell’atto costitutivo, per poi procedere con l’attribuzione della partita IVA e del codice fiscale, la stipula presso un notaio e la conseguente iscrizione nel Registro delle Imprese; nel caso di startup innovativa bisogna poi procedere all’iscrizione nella sezione speciale del Registro delle Imprese.

Per quanto riguarda i costi, è necessario distinguere tra l’apertura di una startup nella forma di Srl (Società a responsabilità limitata) e nella forma di Srls (Società a responsabilità limitata semplificata). Quest’ultima tipologia di società prevede costi di costituzione inferiori, ma le spese che devi sostenere dopo sono pressoché identiche e, inoltre, le Società a responsabilità limitata sono più flessibili.

Per costituire una startup in forma di Srl devi preventivare un costo notarile variabile mediamente tra i 1.200 ed i 1.800 euro (più Iva al 22% e meno la ritenuta d’acconto del 20%), comprensivi dell’onorario del notaio stesso e di tutte le imposte e tasse necessarie alla registrazione dell’atto costitutivo e statuto sociale.

Alla parcella del notaio devi aggiungere il costo del commercialista qualora tu gli abbia affidato lo studio e la predisposizione di un particolare statuto sociale, la redazione di eventuali patti parasociali, nonché il costo per l’attribuzione della Partita IVA e del Codice Fiscale.

Sappi che dal 5 Novembre 2022 sono entrati in vigore i modelli degli atti costitutivi delle Srl e Srls, dando finalmente completezza al decreto del 14 dicembre 2021; in pratica per le Srl e Srls aventi sede in Italia con capitale versato mediante conferimenti in denaro, l’atto costitutivo può essere ricevuto dal notaio tramite videoconferenza, attraverso una piattaforma telematica predisposta e gestita dal Consiglio Nazionale del Notariato. Gli atti costitutivi riferiti a società a responsabilità limitata possono essere redatti utilizzando il “Modello Srl”, mentre gli atti costitutivi riferiti a società a responsabilità limitata in regime semplificato possono essere redatti utilizzando il “Modello Srl semplificata”; In caso di utilizzo di questi modelli standard uniformi, il compenso per il notaio è determinato in misure non superiore alla metà di quello previsto dalla Tabella C – Notai del Decreto del Ministero della Giustizia 20 luglio 2012.

A queste cifre, infine, devi poi aggiungere le spese necessarie per l’apertura obbligatoria di una casella di posta elettronica certificata (circa 10 euro più IVA) e per la firma digitale (generalmente comprese tra i 25 e i 100 euro).

 

Costi di avvio start up: spese di avvio

Una volta costituita la startup, si entra nella fase operativa: per avviare la tua attività verso il successo hai bisogno di sostenere ulteriori spese, tra le quali rientrano quelle per l’acquisto (o l’affitto) e l’allestimento della sede aziendale e dell’eventuale magazzino (nel caso in cui non deciderai di ricorrere all’opzione dropshipping), l’acquisto di software e macchinari, la creazione del sito web e tutte le attività legate al marketing e alla pubblicità, che puoi affidare a un team esterno di esperti in marketing plan.

Per quanto riguarda i macchinari e le attrezzature tecnologiche, invece, è opportuno precisare che puoi valutare anche la possibilità di noleggiare le risorse di cui hai bisogno oppure acquistare strumenti rigenerati, così da abbassare questa particolare voce di spesa.

 

Costi di avvio start up: spese di mantenimento

Avere le risorse economiche necessarie per avviare una startup non basta: devi, infatti, tenere conto anche delle spese da sostenere per farla funzionare nel medio-lungo periodo.

Nella voce “spese di mantenimento” rientrano, tra gli altri, i costi legati ai dipendenti, ai fornitori , alle utenze, alla manutenzione delle risorse del comparto tecnologico, al commercialista e alle tasse. Per quanto riguarda, nello specifico, la contabilità, devi sapere che quella di una startup è, generalmente, abbastanza ordinaria; per questo, la parcella media di un commercialista per i soli adempimenti base (come, per esempio, le liquidazioni IVA, le dichiarazioni e il deposito del bilancio annuale della società) può oscillare tra i 300 e i 400 euro al mese.

 

Aprire una startup senza soldi: è possibile?

Dall’analisi appena conclusa ti sarà chiaro che le spese per l’apertura di una startup sono tante ma è possibile conoscere con precisione solo quelle che riguardano la specifica fase della costituzione della startup. Nella fase di valutazione, così come anche nella fase operativa, lasciati sempre guidare dalla massima di Benjamin Franklin:

“Se ti togli il denaro dalle tasche e lo metti nella tua testa, la tua testa riempirà di nuovo le tue tasche”.

Per concludere l’analisi su quanto costa aprire una startup c’è, però, ancora un ulteriore aspetto da chiarire: è possibile aprirne una senza soldi? O meglio: come si può aprire una startup senza soldi?

Se non hai le risorse economiche sufficienti per avviare il business che hai in mente puoi ricorrere al “bootstrapping”: potresti, per esempio, oltre che chiedere ai famosi FFF (Family Friends and Fools), creare un blog o una pagina social e presentare il tuo progetto in versione ridotta (riducendo, cioè, al minimo ogni voce di spesa) così da poter realizzare i primi ricavi e reinvestirli col metodo dell’autofinanziamento per far crescere il business in un secondo momento.

Se non disponi del capitale minimo per avviare una startup, il funding può essere la soluzione: riuscire a trovare degli investitori esterni disposti a finanziare il tuo progetto di business può rappresentare la soluzione al tuo problema.

Le strade che puoi percorrere, in questo caso, sono molteplici. Hai mai sentito parlare, per esempio, di incubatori e acceleratori? I primi intervengono quando l’idea di startup è ancora nella sua fase iniziale, fornendo supporto tecnico e formazione; gli acceleratori, invece, forniscono un supporto economico e tecnico in un momento successivo, contribuendo in questo modo a trasformare la startup in un’azienda vera e propria.

Altre due opzioni possibili sono i business angels e i venture capital: i primi sono imprenditori che, in cambio di un ritorno economico nel medio o lungo periodo, investono una parte del loro capitale personale nel tuo progetto di startup. Col secondo termine, invece, si fa riferimento a fondi specializzati in investimenti.

Negli ultimi anni sono diventati molto popolari anche i crowdfunding: si tratta di raccolte fondi (generalmente online) grazie alle quali i privati possono contribuire a finanziare il tuo progetto di startup in cambio di alcune ricompense immediate o future.

Anche lo Stato e altre Istituzioni, come per esempio le Regioni o l’Unione Europea, possono finanziare il tuo progetto di startup, tramite bandi pubblici o concorsi a fondo perduto. Un’ultima opzione, infine, è rivolgerti a banche o istituti di credito per ottenere un prestito in grado di coprire la cifra da te individuata nell’analisi su quanto costa aprire una startup oggi in Italia.

Marco Valotti

Dottore Tributarista, Founder Studio Pragma Accreditato presso la Regione Lombardia quale fornitore di servizi di affiancamento all'avvio/rilancio d'impresa approvato con d.g.r.n. X7803 dell'11 Ottobre 2013.

marco@studiopragma.net

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