
Quali sono i costi per avviare una società?
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Se sei convinto di avere l’idea vincente per un business di sicuro successo, prima di lanciare sul mercato la tua startup dovresti prenderti del tempo per riflettere sui costi a essa collegati. La riflessione su quanto costa aprire un’attività deve essere a 360 gradi: oltre ai soldi che ti serviranno per costituire la startup, infatti, devi mettere in conto anche il denaro necessario per gestirla e portarla avanti nel migliore dei modi possibili.
Nonostante molto dipenda dal tipo di attività, dal settore di riferimento e dal modello di business adottato, è giusto che tu sappia fin da subito che le voci di spesa, genericamente parlando, non sono poche. Devi, innanzitutto, prevedere un budget per i professionisti che ti aiuteranno ad adempiere a ogni obbligo burocratico, ma non puoi trascurare l’investimento necessario per i locali e le attrezzature di cui avrà bisogno la tua startup, così come quello per la pubblicità che ti servirà a farti conoscere dai tuoi futuri clienti. E non solo.
È arrivato il momento ora di capire più nel dettaglio, voce per voce, quanto costa aprire un’attività in Italia oggi.
Quali sono i costi iniziali?
Partiamo ovviamente dai costi iniziali, cioè quelli necessari ad avviare la tua startup: le spese per la costituzione di una società sono legate principalmente ai compensi da destinare al notaio e al commercialista e alle imposte e ai bolli.
Commercialista e notaio
Prendiamo come esempio il costo per l’apertura di una Srl (Società a responsabilità limitata), cioè la forma societaria scelta dalla maggior parte degli imprenditori (anche perché assicura la separazione del patrimonio della società da quello dei soci). Chiaramente le spese variano di caso in caso, ma in linea generale è possibile stimarle in circa 1500/2000 euro per quanto riguarda le spese notarili (tra onorario, tasse e bolli) e in 1000 euro per i costi legati al commercialista, cui spetta il compito di redigere lo Statuto e di occuparsi della attribuzione della Partita IVA e del Codice Fiscale e degli altri obblighi formali.
Oltre ai costi iniziali, la voce “commercialista” prevede anche delle spese legate al mantenimento della società. A questo proposito devi sapere che, in base ai tariffari dei vari Ordini dei Commercialisti, la spesa annuale per la gestione fiscale e contabile affidata al professionista dipende da alcuni parametri, quali il numero delle operazioni IVA e delle registrazioni contabili, il numero di Banche utilizzate, la presenza di ulteriori particolari adempimenti contabili che amplificano il carico di lavoro, oltre che dalle eventuali ulteriori operazioni supplementari, come per esempio il pagamento telematico degli F24, la redazione e la registrazione di contratti e le comunicazioni con gli enti pubblici e non.
Sempre prendendo come esempio il caso di una Srl, la spesa annuale da destinare al compenso del commercialista può partire orientativamente da una base di circa 3000 euro.
Licenze, permessi e assicurazione
In base al settore di riferimento della tua startup, devi sapere che potresti essere costretto a prevedere una spesa ulteriore per ottenere licenze o permessi oppure per stipulare assicurazioni o adeguarti alle norme previste in materia di sicurezza sul lavoro. Per esempio, chi opera nel settore alimentare deve ottenere l’attestato HACCP frequentando specifici corsi, e predisporre i relativi manuali e procedure. Il costo, in questo caso, può variare di molto, da un minimo di € 50,00 per singolo corso arrivando anche oltre il migliaio in caso di predisposizione manuale.
Acquisto o leasing delle risorse
Devi mettere in conto, inoltre, che per avviare una startup devi disporre di alcune risorse che sono essenziali e, in molti casi, anche costose. Chi vende beni, per esempio, a meno che non decida di ricorrere al dropshipping, deve comprare e stoccare materie prime e sussidiarie. Per evitare spese inutili e sprechi il consiglio per te è di limitarti, soprattutto nella delicata fase iniziale del lancio della startup, ad acquistare quantità minime. Ovviamente, tale quantità deve essere, però, sufficiente a soddisfare le previsioni di vendita da te formulate nel business plan. Ciò che fa la differenza è la scelta del fornitore giusto.
La quantità di scorte da acquistare è inevitabilmente legata anche al magazzino di cui puoi disporre. L’acquisto (o l’affitto) di un magazzino è un’altra voce di spesa importante per chi intende avviare una nuova attività dedicata alla vendita di prodotti. Per questo motivo, come già sottolineato, se hai intenzione di operare in ambito ecommerce dovresti prendere in considerazione la possibilità di ricorrere al dropshipping: questo particolare modello di business ti consente di vendere prodotti senza possederli fisicamente, dal momento che, quando un cliente completa l’acquisto sul tuo negozio online, ti basterà inoltrare l’ordine al fornitore e pagargli il prezzo all’ingrosso e sarà lui ad occuparsi dello stoccaggio, della spedizione e della consegna del prodotto al cliente.
Spese per sede e utenze
Alcuni business consentono di lavorare da casa; altri, invece, richiedono una sede fisica distinta. Ricorda che la spesa, in questo caso, non si esaurisce all’acquisto o all’affitto della sede: devi mettere in conto, infatti, anche la necessità di eseguire dei lavori al suo interno, dovuti per esempio a esigenze legate agli standard di sicurezza da osservare oppure alla possibilità di un eventuale ampliamento del business nel corso del tempo.
Altri lavori da eseguire sono quelli necessari al collegamento della sede con la rete idrica, la rete elettrica e Internet. Fai bene attenzione a ciò che offre il mercato perché molti fornitori prevedono tariffe agevolate per gli utenti commerciali.
Attrezzature
Qualunque sia l’ambito in cui hai intenzione di operare con la tua startup, avrai bisogno di attrezzature specifiche per il tuo lavoro. Nel momento in cui valuti i costi per avviare la tua attività è opportuno, quindi, che tu faccia una lista delle risorse assolutamente essenziali, così da escludere gli acquisti superflui e verificare se l’investimento complessivo rientra nel budget a tua disposizione.
Acquistare le attrezzature, ovviamente, ha un costo ben più alto che affittarle, ma ti dà la possibilità di avere un controllo totale sugli strumenti a tua disposizione. Non dimenticare, però, che spetterà a te anche la loro manutenzione nel lungo periodo. Noleggiare un’attrezzatura ti dà, invece, la possibilità di contenere l’esborso economico e dilazionare il pagamento. Un consiglio: se ritieni che la strumentazione possa cadere presto in disuso, l’opzione del leasing o del noleggio può fare al caso tuo.
Tecnologia
Una menzione a parte la merita il comparto tecnologico e IT, perché si tratta di una voce di spesa particolarmente onerosa. A questo proposito ricorda che, oltre all’opzione leasing, hai a disposizione anche la possibilità di acquistare strumenti rigenerati, in grado di assicurarti buone prestazioni a costi più contenuti.
Marketing e sito web
Una volta individuato il giusto naming e la giusta brand identity, è giunto il momento di introdurre l’argomento marketing e sito web: l’acquisto di un nome di dominio e del servizio di web hosting ha un costo che varia in base a diversi fattori ma che, orientativamente, si aggira attorno ai 10-20 euro all’anno per il primo e di 50-100 euro (sempre all’anno) per il secondo (ma questa cifra può raggiungere anche i 2-3 mila euro per i siti web più grandi). I costi per il sito, però, non si esauriscono a queste due voci: devi anche tenere in considerazione l’eventuale spesa da destinare a chi si occuperà a livello pratico della creazione del sito internet e della sua manutenzione.
Un sito internet, poi, va pubblicizzato a dovere perché, se i tuoi potenziali clienti non sanno che esisti, difficilmente potranno acquistare i tuoi prodotti o servizi. Affidarsi a un team di esperti in marketing plan è sempre una buona regola, ma ovviamente ciò richiede un investimento in grado di far lievitare ulteriormente la spesa per l’avvio di una nuova startup.
Tasse
Siamo giunti all’ultima voce di spesa, fin qui solo accennata. Non ti sorprenderà sapere che, nella tua riflessione su quanto costa aprire un’attività oggi in Italia, devi mettere in conto anche le tasse che la tua startup dovrà pagare.
Vi sono imposte e tasse cosiddette fisse, ovvero non legate alla presenza di un utile, quali, ad esempio la tassa sui libri sociali, l’iscrizione alla cciaa, le marche da bollo per i registri contabili, i costi di adesione ad possibili consorzi e via discorrendo.
Successivamente abbiamo imposte e tasse direttamente proporzionali all’utile generato. Ricordati che il primo anno di utile, hai un esborso doppio, in quanto il regime fiscale italiano ti chiede saldo e pari importo di acconto.
Chiaramente, questa voce di spesa dipende dal tipo di azienda che vuoi costituire, dal suo ambito operativo e da una serie di altri fattori in grado di far variare anche significativamente il risultato. È un aspetto molto complesso e delicato, su cui solo un esperto può aiutarti a fare chiarezza. Affidati a un commercialista di tua fiducia ma, come in ogni altro ambito fin qui citato, cerca di avere sempre il controllo assoluto sulla sostenibilità economica presente e futura della tua attività. Warren Buffett, non a caso, insegna:
“L’investimento deve essere razionale. Se non lo capite, non lo fate”.
In conclusione: quanto costa aprire un’attività oggi?
Abbiamo passato in rassegna le principali voci di spesa che incidono sul costo per l’apertura di una nuova startup oggi in Italia. Ovviamente, si tratta di informazioni indicative perché è impossibile fornire una panoramica dei costi aggiornata e valida per ogni azienda in procinto di nascere. Rimani concentrato sul tuo caso specifico e dedica particolare attenzione al momento dello sviluppo del tuo business plan, perché quello (e solo quello) può e deve essere la mappa stradale da seguire nel tuo viaggio verso il successo. Non trascurare, poi, l’importanza del funding plan: sapere quanto costa aprire un’attività ti serve anche a capire di quali fondi ha bisogno la tua startup e può aiutarti a capire come trovarli.