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essere al sicuro sul posto di lavoro
Tempo di lettura: 10 minuti
Aggiornato al 03 Aprile 2023

Essere al sicuro sul posto di lavoro: le norme e come tenersi aggiornati

Proteggere e tutelare il personale, oltre che i clienti, è una priorità a cui non è possibile derogare per chiunque gestisca un’impresa, startup incluse. I rischi variano da settore a settore e, per questo motivo, è molto importante che tu conosca le precise disposizioni di legge in materia di sicurezza sul lavoro.

Tra le varie operazioni a cui devi prestare attenzione in questo ambito spicca la valutazione del rischio, perché è sulla base di essa che potrai poi adottare le precauzioni più adeguate per ogni problema individuato.

Prima di capire cos’è la valutazione del rischio e come puoi portare a termine questa particolare operazione, però, è necessario che tu sappia con precisione cosa si intende per sicurezza sul lavoro.

 

Cosa si intende per sicurezza sul lavoro?

 

la sicurezza sul lavoro

la sicurezza sul lavoro

 

Per sicurezza sul lavoro si intende l’insieme di azioni interne ed esterne che un’azienda pone in essere allo scopo di assicurare l’incolumità dei suoi lavoratori. Tra queste azioni un ruolo decisivo lo riveste l’attività di prevenzione, finalizzata a diminuire la possibilità di correre rischi sul lavoro.

Capire cos’è la sicurezza sul lavoro non basta, però, perché devi anche sapere perché è così importante. Assicurare il massimo livello di sicurezza per le condizioni di salute dei dipendenti, innanzitutto, garantisce un ritorno positivo perché aumenta, oltre che il morale dei lavoratori, anche la loro redditività.

L’aumentata produttività dei dipendenti è, però, solo uno degli aspetti positivi di cui puoi beneficiare se decidi di investire sulla prevenzione in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro: devi considerare, infatti, anche il risparmio economico tangibile che puoi ottenere predisponendo un ambiente di lavoro con elevati standard di sicurezza, che si traduce in termini pratici in minori costi da sostenere per infortuni e malattie professionali.

Ovviamente, soddisfare tutti i requisiti di sicurezza previsti dalla legge ti mette anche al riparo dalle sanzioni che colpiscono quelle imprese che non dimostrano di curare a sufficienza il delicato tema della salvaguardia della sicurezza in azienda. Affinché ciò sia possibile, però, è necessario che tu conosca nel dettaglio la normativa vigente sulla sicurezza sul lavoro, una materia in continua evoluzione.

 

La normativa vigente (il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro)

A oggi, la normativa vigente che regola il modo in cui le imprese debbono provvedere ad assicurare il massimo standard di sicurezza sul lavoro è il Dlgs 81/2008, che non a caso è anche noto come “Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro” o come “Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul lavoro”.

Questo particolare decreto legislativo è stato emanato il 30 aprile del 2008, allo scopo di integrare e migliorare le precedenti disposizioni in tema di sicurezza sul lavoro (come la celebre legge 626). Il grande merito di questo decreto legislativo è stato proprio quello di aver provveduto a una semplificazione e razionalizzazione dei vari aspetti che contribuiscono a definire questa delicata materia.

Grazie al Dlgs 81/2008, per esempio, si è fissata nero su bianco l’importanza di individuare i fattori e delle sorgenti di rischio, così come la necessità di elaborare una strategia aziendale che sia accettata e condivisa da tutti all’interno dell’azienda stessa e l’esigenza di procedere a un monitoraggio continuo delle misure preventive che è possibile attuare per ridurre i rischi.

 

Ambiti e applicazione

L’Articolo 3 del “Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro” è dedicato a chiarire il campo di applicazione del Dlgs 81/2008 stesso, che “si applica a tutti i settori di attività, privati e pubblici, e a tutte le tipologie di rischio” e “a tutti i lavoratori e lavoratrici, subordinati e autonomi, nonché ai soggetti a essi equiparati”. Nel testo, però, viene anche precisato che le norme in esso contenute si applicano tenendo conto delle “effettive particolari esigenze connesse al servizio espletato o alle peculiarità organizzative”, cioè considerando le peculiari situazioni in cui si svolgono determinate attività (come, per esempio, quella delle forze dell’ordine) e in cui si trovano alcune categorie di soggetti.

Al netto delle particolari considerazioni, deve esserti chiaro che, in base alla normativa vigente e come approfondiremo meglio tra poco, qualsiasi azienda che abbia almeno un dipendente nel suo organico ha l’obbligo di prevedere una politica di sicurezza aziendale. Il numero di dipendenti, infatti, non rappresenta una discriminante.

 

Le figure obbligatorie

Il Dlgs 81/2008 fa chiarezza anche sulle varie figure che rivestono un ruolo chiave nel processo relativo alla sicurezza aziendale.

 

l'organigramma della sicurezza

l’organigramma della sicurezza

 

A questo proposito è opportuno precisare subito che la figura giuridica che è ritenuta garante e responsabile della salute e della sicurezza sul lavoro all’interno dell’azienda è il datore di lavoro, che nel Testo Unico è definito come “il soggetto titolare del rapporto di lavoro con il lavoratore” o, più in generale, “il soggetto che (…) ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o dell’unità produttiva in quanto esercita i poteri decisionali e di spesa”.

Il datore di lavoro, quindi, deve assicurare che vengano applicate correttamente le misure preventive e tutte le altre misure finalizzate a ridurre o cancellare i rischi per i lavoratori. Più nello specifico e in termini più pratici, il datore di lavoro deve garantire un ambiente lavorativo sicuro, deve formare e informare i lavoratori sui rischi in cui potrebbero imbattersi sul posto di lavoro e deve vigilare sul rispetto delle norme antinfortunistiche da parte dei dipendenti.

Tra i compiti del datore di lavoro c’è, poi, la stesura del Documento Valutazione dei Rischi (DVR). Approfondiremo in seguito questo documento; prima, infatti, è necessario completare la panoramica sulle figure.

Tra le altre figure chiave per la sicurezza sul lavoro troviamo poi:

  • il dirigente, ossia quel soggetto che ha il compito di attuare le direttive del datore di lavoro organizzando le attività lavorative e vigilando su di esse;
  • il preposto che sovrintende alla attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei lavoratori ed esercitando un funzionale potere d’iniziativa;
  • il lavoratore, persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato, con o senza retribuzione, anche al solo fine di apprendere un mestiere, un’arte o una professione, esclusi gli addetti ai servizi domestici e familiari.

Il datore di lavoro può occasionalmente ricoprire il ruolo di Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP), cioè di responsabile della sicurezza sul luogo di lavoro (inteso come colui che ha il compito di controllare la sicurezza sul lavoro). Questo ruolo può essere ricoperto, come detto, dal datore di lavoro oppure da un dipendente, ma è necessario seguire un corso di formazione specifico. A questo proposito, però, devi sapere che, se vuoi sgravarti da questa particolare attività e responsabilità, puoi anche affidare questo ruolo a una persona esterna all’azienda (in questo caso si parla di RSPP esterno).

Detto di chi può ricoprire il ruolo di Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione, è necessario ora approfondire i suoi compiti: tra questi, spiccano eseguire il sopralluogo degli ambienti di lavoro e verificare le condizioni di eventuale pericolo, collaborare col datore di lavoro alla valutazione dei rischi, informare il personale in materia di sicurezza sul lavoro e programmare interventi per migliorare questo aspetto.

Un’altra figura chiave è il Rappresentante Lavoratori Sicurezza (RLS), cioè un lavoratore con una formazione ad hoc sul tema ed eletto dai suoi colleghi come loro rappresentante in materia di sicurezza sul lavoro (e prevenzione). Tieni conto che, in aziende con un numero di dipendenti particolarmente alto, possono esserci più RLS.

Tra le sue varie attività, il Rappresentante Lavoratori Sicurezza dà un parere sugli addetti alla prevenzione da scegliere, promuove misure di prevenzione e si preoccupa di fare ricorso alle autorità competenti nell’eventualità in cui in azienda non siano rispettati i criteri di sicurezza che erano stati stabiliti.

Il Medico Competente (MC) è, invece, la figura professionale preposta alla Sorveglianza Sanitaria dei lavoratori e al rispetto del Protocollo Sanitario studiato in relazione ai rischi e alle mansioni. Spetta al Medico Competente, quindi, stabilire le condizioni di salute di un lavoratore e la sua idoneità a svolgere la sua mansione. Non devi assolutamente sottovalutare l’importanza di questa figura: negli ultimi anni, infatti, è cresciuta sempre più l’attenzione verso il benessere psico-fisico dei lavoratori.

Vi è poi l’addetto alla lotta antincendio, una figura, nominata dal datore di lavoro, che ha il compito di adottare tutte le strategie di prevenzione degli incendi, garantire l’evacuazione dei luoghi di lavoro in caso di emergenza ed è responsabile del salvataggio degli altri lavoratori, collaborando con i responsabili di primo soccorso nella gestione delle emergenze.

Nel sistema di prevenzione e protezione aziendale troviamo, infine, l’addetto al primo soccorso che si occupa della gestione delle emergenze. Nominato anch’esso dal datore di lavoro deve conoscere tutti i rischi specifici e le patologie associati alla tipologia di lavoro svolto in azienda e deve saper come e a chi fare tempestive comunicazioni e applicare i protocolli previsti per il primo soccorso, sapendo individuare un quadro iniziale delle condizioni dell’infortunato.

 

La formazione

Il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro distingue tra “informazione” e “formazione”, fornendo le definizioni precise di questi due termini. Per “informazione” è da intendersi il “complesso delle attività dirette a fornire conoscenze utili alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi in ambiente di lavoro”, mentre il termine “formazione” fa riferimento al “processo educativo attraverso il quale trasferire ai lavoratori (…) conoscenze e procedure utili alla acquisizione di competenze per lo svolgimento in sicurezza dei rispettivi compiti in azienda e alla identificazione, alla riduzione e alla gestione dei rischi.

Le due definizioni appena citate, però, non bastano a chiarire la distinzione tra informazione e formazione. A questo proposito è opportuno che tu tenga ben presente che la formazione, per come è intesa all’interno del Dlgs 81/2008, non consiste solo nel mero trasferimento di informazioni sui rischi collegati all’attività e sulle misure e procedure da adottare, bensì si traduce in un percorso più ampio finalizzato a creare una sorta di riconosciuta professionalità in materia di consapevolezza dei rischi. Tale percorso, in concreto, si sviluppa in quattro step: la formazione di base per tutti i lavoratori, la formazione speciale per le figure di sistema, la formazione sui rischi specifici connessi a determinate mansioni particolari e la formazione sull’uso delle attrezzature e delle macchine.

 

Il sistema di prevenzione

Per far chiarezza su cosa prevede il sistema di prevenzione del Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro è possibile far riferimento alla definizione di prevenzione in esso contenuta: si tratta del “complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell’integrità dell’ambiente esterno”.

Oltre alle già citate informazione e formazione dei lavoratori, tra le misure di prevenzione rientrano anche la corretta progettazione ed esecuzione di interventi di manutenzione agli impianti e ai macchinari.

Devi sapere che il Dlgs 81/2008 ha recepito le direttive europee secondo cui al datore di lavoro è richiesto che garantisca il principio della massima sicurezza tecnologicamente possibile, in relazione al progresso tecnico e alle conoscenze scientifiche disponibili. Nel Testo Unico, infatti, si legge che il datore di lavoro deve provvedere all’“eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, alla loro riduzione al minimo in relazione alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico”.

 

Il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)

Fai ora molta attenzione perché è arrivato il momento di parlare del Documento di Valutazione dei Rischi, o DVR, cioè di quel documento che mette nero su bianco i possibili rischi presenti sul luogo di lavoro e che ha lo scopo di valutare le probabilità che un evento dannoso per i lavoratori si verifichi, calcolare l’entità dell’eventuale danno e consigliare concrete misure di prevenzione e protezione.

Come già accennato, spetta al datore di lavoro redigere il DVR. Non è possibile delegare questo compito ad altra figura, ma si può ricevere l’aiuto di un consulente. In alcuni casi previsti dalla legge, inoltre, nella stesura di questo documento, possono intervenire anche RSPP, RLS e MC.

Il Documento di Valutazione dei Rischi è obbligatorio per tutte le aziende con almeno un dipendente o collaboratore (soci lavoratori, tirocinanti, lavoratori con contratti temporanei). Le uniche realtà esenti da questo particolare obbligo sono i lavoratori autonomi e le imprese familiari.

In caso di nuova attività, il DVR va redatto entro 90 giorni, mentre va redatto subito in caso di ingresso di un lavoratore in un’impresa già avviata.

La copia originale del Documento di Valutazione dei Rischi, che deve essere firmata da tutte le figure coinvolte, va conservata in azienda e resa disponibile in caso di visite d’ispezione da parte di ASL, INPS, INAIL o Vigili del Fuoco.

L’assenza del DVR o un’elaborazione incompleta del documento possono determinare sanzioni per il datore di lavoro, quali ammende, sospensione dell’attività e modifica dei contratti subordinati aziendali.

È molto importante, quindi, che tu sappia come redigere questo importante documento. Prima di procedere alla sua stesura, devi raccogliere alcuni dati sull’azienda, come il numero di lavoratori, e altre informazioni come le mansioni svolte e le varie fasi del processo lavorativo. Ricordati, inoltre, che non possono mancare all’interno del documento i dati anagrafici dell’azienda, l’organigramma del servizio di prevenzione e protezione, la descrizione del ciclo lavorativo e delle mansioni previste, la relazione sulla valutazione dei rischi, il programma delle misure di prevenzione e protezione e quello degli interventi per aumentare i livelli di sicurezza nell’ambiente di lavoro.

C’è un altro aspetto che non devi trascurare: nonostante non sia prevista una scadenza per il DVR, questo documento va rivisto ogni volta in cui in azienda si verifichino modifiche significative nell’ambito dell’organizzazione del lavoro o del processo produttivo. Tieni presente anche che, per alcuni rischi specifici (come quelli legati al rumore o allo stress dei lavoratori), è necessario un monitoraggio periodico.

 

Certificazioni e SGSSL

Ti sarà ormai chiaro che adottare i corretti accorgimenti per salvaguardare la sicurezza sul lavoro è un obbligo legale per ogni azienda con almeno un dipendente.

Devi sapere che esistono degli strumenti per la corretta attuazione di tali accorgimenti: il Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul Lavoro, spesso noto anche col suo acronimo SGSSL, è un sistema organizzativo aziendale che ottimizza i processi allo scopo di assicurare il raggiungimento degli standard di sicurezza di salute e sicurezza all’interno dell’azienda.

Si tratta di uno strumento volontario (che diviene obbligatorio solo in caso di impianti a rischio di incidente rilevante), del quale le aziende si servono per gestire in modo più efficace la delicata materia della sicurezza sul lavoro.

La certificazione del SGSSL è l’attestazione di conformità rispetto ai requisiti della norma ISO 45001:2018 e il suo ottenimento rappresenta un elemento distintivo e di competitività per l’azienda.

 

Considerazioni finali

Siamo giunti alla fine della nostra panoramica sulla sicurezza sul lavoro, una materia che (non dimenticarlo mai) è estremamente importante e delicata. Del resto, già nel 1948, l’Articolo 3 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo recitava:

“Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona”.

Oltre che importante e delicata, come già ribadito, quella della sicurezza sul lavoro è una materia in continuo divenire: per questo motivo, il consiglio finale per te non può che essere quello di mantenerti costantemente aggiornato su tutte le novità in questo ambito, facendo riferimento al sito dell’INAIL (l’Istituto nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro).

Nicola Zanetti

Founder B-PlanNow® | Startup mentor | Startup consulting & marketing strategist | Leading startup to scaleup | Private angel investor | Ecommerce Manager | Professional trainer

info@b-plannow.com

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