Hai già sviluppato un MVP (minimum viable product) o almeno un prototipo per la tua idea da un milione di dollari ed hai validato il tuo modello di business. Ora tutto ciò di cui hai bisogno sono i soldi per portarlo sul mercato e iniziare a scalare. Come si trovano i fondi startup per l’avvio? Quale capitale scegliere? Chi ti può aiutare? Di seguito scoprirai come trovare i capitali, quali scegliere e soprattutto con chi trovare i giusti finanziamenti per la tua startup.
Financial planning: trova i fondi per la tua Startup
Il ciclo di vita di una startup si caratterizza da fasi ben definite che ne determinano lo stadio nel suo processo di crescita. Una startup parte da un’idea embrionale, che ha bisogno di essere trasformata in un modello di business per poi essere validata e sviluppata, portando alla realizzazione del prodotto o servizio e al suo lancio sul mercato, nonché alla scalata fino a giungere all’exit.
Queste fasi prevedono l’impiego di diverse risorse e sono caratterizzate da numerosi task e obiettivi che richiedono finanziamenti anche ingenti la cui mancanza potrebbe bloccare se non portare al fallimento.
Secondo un sondaggio americano prodotto da Kabbage , circa il 30% delle startup americane inizia la loro avventura con un minimo di 5.000$. Quasi due terzi (58%) fanno affidamento su un capitale iniziale di $ 25.000$.
Secondo Lendio, le fonti più comuni di finanziamento includono i risparmi personali del C.E.O. (77%), i prestiti bancari (34%), i prestiti di amici e familiari (16%), gli istituti di credito online (4%) e altri canali di finanziamento. Lo stesso sondaggio suggerisce che solo il 3% dei founder raccoglie denaro da capitali di rischio e solo il 2% fa affidamento su piattaforme di crowdfunding.
Tradizionalmente, le fasi di finanziamento di una startup sono le seguenti:
- Pre seed e bootstrap
- Seed
- Early stage
- Early growth
- Growth
- Exit
Pre seed e bootstrap
La fase di pre seed è la fase iniziale nel ciclo di vita di una startup, in cui l’idea di business è agli albori in uno stadio embrionale.
Il pre seed è infatti una fase molto critica e delicata per gli startupper, in quanto è caratterizzata da una scarsità di finanziamenti perché solo pochi soggetti sono disposti ad investire in progetti così rischiosi. Il pre seed viene anche detto bootstrap o bootstrapping proprio perché spesso gli unici fondi provengono dai risparmi personali dell’imprenditore, o dai cosiddetti FFF, ossia family, friends and fools disposti ad intervenire in un momento di necessità perché credono solo nell’idea. Oltre a questi, solitamente, solo i business angel si avventurano in questa prima fase iniziale, perché pur se ad alto rischio può assicurare un alto rendimento.
Seed
La fase successiva è la cosiddetta fase di seed, ossia quando inizia lo sviluppo concreto dell’idea.
In questa fase oltre ai finanziamenti sottoforma di contributi stato/regioni (come i finanziamenti a fondo perduto per startup, a titolo di esempio il bando Smart & Start), compaiono i primi finanziamenti in equity attraverso piattaforme di crowdfunding, business angel o incubatori/acceleratori di startup.
Early stage
Dopo la fase seed interviene quella early stage, anche definita fase di “startup”, in cui inizia la vera evoluzione aziendale.
Diventano necessari investimenti più ingenti, a cui, però, è ancora associata una mancanza di ricavi. In questa fase si fa principalmente ricorso ai finanziamenti derivanti dai business angel, che investono nell’azienda in cambio di quote della società, e dei primi venture capital.
Early growth
La fase early growth rappresenta per la startup il momento di crescita e consolidamento. Dopo aver trovato il giusto modello di business, validato l’idea e sviluppato l’MVP, inizia l’acquisizione dei primi clienti e finalmente si innescano i flussi dei ricavi.
Questa fase necessita di capitali più ingenti, ed è caratterizzata da due “startup funding rounds”:
- Serie A: in questo round i finanziamenti iniziano ad essere milionari, anche se in Italia le cifre sono molto più basse rispetto al resto del mondo. Generalmente in questa fase gli investitori sono i fondi di venture capital, che con la loro iniezione di capitale diventano fondamentali per permettere alla startup di entrare nel mercato, migliorare la strategia di vendita e sviluppare i canali di distribuzione.
- Serie B: in questo round gli investimenti raggiungono cifre ancora più alte, in quanto la startup è ormai consolidata, può dimostrare di avere flussi di ricavi ricorrenti e costanti e di avere conquistato una fetta di mercato, nonché una clientela disposta ad acquistare il prodotto/servizio. L’obiettivo principale della startup è ora la scalata. Anche questa fase è solitamente appannaggio dei fondi di venture capital o private equity.
Growth
A questo punto la startup entra nella vera e propriafase di growth, anche detta “sustained growth” o crescita sostenuta. In questa fase il prodotto/servizio è ormai sul mercato, ed è fondamentale incrementare in modo esponenziale il numero dei clienti e il fatturato per diventare scaleup.
Questa fase è caratterizzata da vari “startup funding rounds”:
- Serie C: in questo round i finanziamenti sono caratterizzati da un bassissimo rischio, ma anche da un ROI piuttosto basso. Solitamente intervengono i fondi di private equity.
- Serie D, E, F: in ulteriori “n” round la startup potrebbe ricercare ulteriori finanziamenti ed anche altre forme di debito come l’emissione di prestiti obbligazionari.
Exit
L’exit di una startup rappresenta la fase finale nel ciclo di finanziamento di una startup, in quanto ha ormai raggiunto la piena maturità ed operatività ed è ormai in grado di autofinanziarsi grazie ai ricavi. Si prepara ora all’espansione consolidata.
Esistono varie forme di exit strategy, ma le più diffuse sono:
- Acquisizione: consiste nel vendere la propria startup a un’azienda più grande affinché possa trarne profitto;
- Acquihires: è un mix fra “acquisition” (= acquisizione) e “hire” (= assunzione). Prassi comune nel mondo delle startup USA, la acquihires si ha quando un’azienda grande, affermata, investe su un team di startupper in cui scorge del potenziale;
- IPO: nota come Initial Public Offering, questa exit strategy consiste nell’ingresso di una ex startup, ora azienda matura, nel mercato azionario;
- M&A (mergers & Acquisition): consiste in una sorta di fusione fra la società acquisita e quella acquirente;
- Buyback: si ha quando l’imprenditore ricompra tutte le quote dagli investitori e prende pieno possesso dell’azienda;
- Secondary Sale: si ha quando l’imprenditore vende alcune quote della startup a terzi ma ne mantiene alcune.
Capitale di rischio o capitale di debito: cosa scegliere
Con il termine capitale di rischio si fa riferimento al capitale che viene conferito da un soggetto terzo alla tua startup. Tramite il suddetto conferimento, questo soggetto terzo entrerà a far parte della compagine sociale e, quindi, parteciperà al rischio di impresa (da qui l’espressione “capitale di rischio”).
Le modalità per diventare socio sono sostanzialmente due, ossia aumento di capitale riservato o esercizio del diritto di opzione e il capitale di rischio può essere di due tipi: pubblico o privato.
Quello di origine pubblica è più raro da trovare, perché lo stato e gli enti territoriali non hanno, come mission principale, quella di acquisire e gestire partecipazioni sociali in società.
Per quanto riguarda, invece, il capitale di rischio di origine privata c’è solo da scegliere tra equity crowdfunding, business angel, club deal, venture capital, private equity ecc.
Un discorso a parte meritano gli acceleratori e gli incubatori, i quali forniscono alle startup più meritevoli premi in denaro o percorsi di accelerazione/incubazione, mediante l’erogazione di una serie di servizi in cambio della possibilità di “entrare” nel capitale sociale delle stesse a condizioni più o meno favorevoli.
Il capitale di debito consiste, invece, in una somma di denaro che un terzo versa sul conto corrente intestato alla startup, la quale dovrà restituirlo entro una data prefissata (da qui l’espressione “capitale di debito”). In altre parole, la startup contrae un prestito o finanziamento o mutuo e i prestiti o finanziamenti possono essere pubblici o privati.
Quelli pubblici, in genere, vengono concessi da enti o soggetti pubblici a condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato, vale a dire con tassi di interesse agevolati, nulli o, nei casi migliori, a fondo perduto.
I finanziamenti privati vengono concessi generalmente dalle banche a condizioni di mercato o, in alcuni casi, da fondazioni private a condizioni generalmente più favorevoli di quelle offerte dalle banche. Per i finanziamenti privati c’è la possibilità di accedere al Fondo di Garanzia del Medio Credito Centrale. La banca, infatti, quando concede un prestito chiede sempre delle garanzie in cambio. Le PMI e le startup innovative, invece, possono fare ricorso al Fondo di Garanzia, il quale può arrivare a garantire fino all’80% della somma richiesta, agevolando sensibilmente l’accesso al credito.
Le forme di finanziamento a confronto
Capitale di rischio | Capitale di debito |
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Startup financial plan: la consulenza di B-PLANNOW®
Se vuoi avviare una startup, hai bisogno di una certa quantità di capitale iniziale.
L’importo varia da caso a caso: alcune startup necessitano solo di una piccola somma di denaro all’inizio, mentre altre devono partire fin da subito da uno stock di capitale composto da cinque o sei cifre per avviare la propria idea e dare vita al proprio modello di business in modo adeguato.
Sono pochi i fondatori che dispongono di capitale sufficiente per avviare la propria attività in autonomia. Per questo motivo gli investitori esterni devono essere sottoposti a un’opera di convincimento perché decidano di investire nell’idea imprenditoriale proposta.
Esistono diversi metodi per attirare finanziatori e investitori, ma per prima cosa è necessario formulare un piano specifico che sia un pitch, un business plan oppure un financial planning completo. Ciò vale in particolare per i prestiti bancari, altre sovvenzioni istituzionali e per i fondi di venture capital. Inizialmente alcuni nuovi imprenditori, però, si accontentano di un semplice piano finanziario o di liquidità immediata prodotto dal loro consulente di fiducia, ma ciò di cui avrebbero realmente bisogno è uno “startup funding model”, ossia un piano strategico di ampio respiro specifico per il “fornitore di capitale” che si andrà a cercare.
B-PLANNOW® analizzerà con te se hai bisogno solo di risorse o anche di soci che, oltre al denaro, possano portarti altri vantaggi, quali capacità manageriali, contatti con fornitori o altri investitori, apertura di canali di business ecc. se, invece, pensi che il tuo team sia già sufficientemente forte per aggredire il mercato e far crescere fatturato e utili, allora B-PLANNOW® ti aiuterà a raccogliere tramite i migliori mediatori creditizi capitale di debito, se possibile a tassi agevolati o con la garanzia del MCC o, meglio ancora, a fondo perduto; infine se avrai bisogno non solo di denaro, ma anche di expertise, allora la strada migliore sarà il capitale di rischio oppure direttamente il servizio “business angel” di B-PLANNOW® .
Ora che sai tutto su come trovare i fondi, quali scegliere e soprattutto con chi trovare i giusti finanziamenti per la tua startup, non ti resta altro da fare che contattarci, parlarci della tua idea e trovarle i giusti capitali insieme!