Green Economy: alcuni consigli per un business sostenibile

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Modificato il 03 Marzo 2025
Green economy alcuni consigli per un business sostenibile

Far nascere e portare avanti una startup nel pieno rispetto dell’ambiente è un imperativo categorico al giorno d’oggi, dove l’attenzione verso la sostenibilità è al massimo, sia tra i consumatori che tra gli investitori. Per questo motivo devi assolutamente conoscere ogni aspetto della cosiddetta Green Economy: in particolar modo, devi sapere con precisione di cosa si tratta, quali vantaggi assicura agli imprenditori e quali sono, invece, i rischi. Non solo: devi anche conoscere le certificazioni da ottenere e le best practice da attuare per rendere la tua attività ecosostenibile.

 

Facciamo chiarezza: cosa significa essere green

Prima di tutto, come detto, bisogna fare chiarezza sulla definizione di green economy. Sempre più spesso, tra gli imprenditori e aspiranti tali, si sente ripetere questo concetto, ma sono in pochi a sapere davvero cos’è la green economy. Del resto, negli ultimi anni, la crescente attenzione verso le tematiche ambientali ha portato alla diffusione di diverse definizioni legate al significato di green economy.

 

definizione di green economy
definizione di green economy

 

Per green economy si intende, in genere, un particolare modello teorico di sviluppo economico in cui l’attività produttiva viene presa in considerazione valutando non solo i benefici che derivano dalla sua crescita, ma anche l’impatto sull’ambiente e sulla società determinato dalla sua attività. Allo stesso tempo, però, la cosiddetta economia verde può essere definita anche come una forma economica in cui gli investimenti, siano essi pubblici o privati, sono finalizzati a ridurre le emissioni di CO2 e l’inquinamento in generale, ad aumentare l’efficienza energetica e delle risorse, a evitare la perdita di biodiversità e a conservare l’ecosistema.

A livello istituzionale, l’UNEP (Agenzia dell’ONU per l’Ambiente) ha definito “green” un’economia in grado di migliorare il benessere umano e l’equità sociale, oltre che, contestualmente, di ridurre i rischi ambientali e le scarsità ecologiche.

La Commissione europea, invece, ha definito la green economy come una economia capace di generare crescita, creare posti di lavoro ed eliminare la povertà salvaguardando le risorse della natura da cui dipende la sopravvivenza della Terra.

L’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), infine, in merito al concetto di “crescita verde” (“green growth”), ha fatto riferimento a una crescita economica in grado di ridurre l’inquinamento, le emissioni di gas serra e i rifiuti, assicurando in questo modo che il patrimonio naturale continui a fornire le risorse e i servizi su cui è basato il benessere delle persone.

 

Quali sono i vantaggi (e gli svantaggi)

Adesso che hai un po’ più chiara la definizione di green economy è importante che tu conosca anche quali vantaggi può avere la tua startup nel caso in cui tu decida di promuovere una cultura ecosostenibile.

A questo proposito devi sapere, innanzitutto, che la tua azienda può beneficiare di un aumento del proprio fatturato legato alla crescita delle esportazioni, perché il mercato estero è particolarmente attento a privilegiare le aziende “green”.

Un’impresa etica che opera in modo ecosostenibile è più attraente non solo agli occhi dei consumatori (aspetto che si traduce in un maggior volume di vendite, in Italia come all’estero) ma anche a quelli dei potenziali collaboratori professionali e investitori. A ciò si accompagna anche un altro fattore che devi tenere in considerazione per la tua startup: negli ultimi anni si è registrata una crescita significativa degli incentivi in favore delle aziende di green economy.

Non è tutto: il risparmio economico è legato anche alla riduzione dei consumi di elettricità, della stampa e delle materie prime.

Ricorda, però, che l’economia green ha anche degli svantaggi: i principali riguardano i maggiori costi produttivi, legati, in particolar modo, al prezzo delle infrastrutture e delle tecnologie necessarie per portare a termine con successo processi produttivi che siano ecosostenibili.

 

Gli standard ambientali e le certificazioni

È necessario sottolineare, giunti a questo punto della nostra analisi, che esistono precisi standard ambientali e precise certificazioni che definiscono il modo in cui le imprese riescono a mettere in pratica i giusti accorgimenti in materia di ecosostenibilità.

Sai cosa significa ESG? È un acronimo che sta per “Environmental” (ambiente), “Social” e “Governance” e che identifica le 3 dimensioni attraverso le quali è possibile misurare le prestazioni di un’impresa in termini di sostenibilità.

 

i criteri ESG
i criteri ESG

 

Il fatto che i criteri ESG utilizzino parametri standardizzati e condivisi rende tale misurazione oggettiva e precisa, nonché molto efficace per valutare l’impegno delle aziende in questa direzione. Ti sarà utile sapere che tra i punti cardine dell’ESG c’è il principio della Carbon Neutrality, intesa come la capacità di ridurre le emissioni di gas serra e creare le migliori condizioni che ne consentano l’azzeramento.

Fai attenzione a non sottovalutare l’importanza di quanto appena detto, perché gli investitori stanno usando sempre più i criteri ESG per le loro scelte di investimento.

Considera che i 3 criteri ESG rappresentano la sublimazione dei 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, i cosiddetti Sustainable Development Goals (SDGs) inglobati a loro volta in un grande programma d’azione che individua ben 169 target o traguardi. Nel settembre del 2015 i rappresentanti di 190 Paesi si sono riuniti alle Nazioni Unite per sottoscrivere un impegno comune nel raggiungimento di obiettivi ben definiti di sviluppo, benessere e protezione dell’ambiente. E’ stato stilato un vero e proprio elenco in 17 punti da perseguire entro e oltre il 2030:

 

gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile
gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile

 

Bisogna fare chiarezza ora sulle già citate certificazioni ambientali: esse si distinguono in certificazioni ambientali di prodotto (rivolte a beni o servizi) e certificazioni ambientali di processo (rivolte al processo di produzione e all’organizzazione della struttura produttiva). È importante sapere, inoltre, che alcune etichette di tipo ambientale sono obbligatorie (come, per esempio, quelle energetiche per gli elettrodomestici), mentre altre sono volontarie (cioè richieste dalle stesse aziende).

La norma internazionale ISO 14001 è una certificazione ambientale di prodotto volontaria, che si applica a ogni tipo di azienda e che ha lo scopo di dimostrare che l’azienda certificata è dotata di un sistema di gestione ambientale adeguato a controllare le proprie attività in maniera coerente, efficace e sostenibile.

La certificazione ambientale ISO 14001, generalmente, va di pari passo col regolamento europeo EMAS, altro strumento volontario per imprese, organizzazioni ed enti pubblici. Le aziende aderenti si impegnano a produrre una dichiarazione ambientale, in cui sono spiegati gli obiettivi raggiunti e il modo in cui si intende procedere in futuro per migliorare le prestazioni in un’ottica di ecosostenibilità. Il regolamento EMAS assicura anche delle agevolazioni e un ritorno economico per le aziende che vi aderiscono.

Devi conoscere, poi, Ecolabel: è un marchio europeo di certificazione ambientale volontario, concesso solamente a chi rispetta alti standard ambientali, dal momento che i criteri sono molto rigidi e definiti su base scientifica.

 

Alcune pratiche da seguire

“Il mondo è un bel posto e per esso vale la pena lottare”,

diceva Ernest Hemingway. Ma in che modo le aziende possono “lottare” per proteggere il mondo? Nelle prossime righe scoprirai alcune best practices da seguire per operare in modo ecosostenibile.

 

Coinvolgere i dipendenti nell’attuazione di comportamenti sostenibili

Se vuoi che la tua startup operi nel pieno rispetto dell’ambiente devi preoccuparti che tutti i tuoi dipendenti e collaboratori siano consapevoli di ciò e motivati a fare la loro parte per contribuire al buon esito della tua missione. Per questo motivo è fondamentale sensibilizzarli verso la tutela dell’ambiente, coinvolgerli nell’attuazione di pratiche sostenibili e incoraggiarli ad adottare comportamenti in questa direzione.

 

Ridurre le emissioni di gas inquinanti

Misurare, ridurre e compensare le emissioni di gas a effetto serra, come per esempio l’anidride carbonica (CO2) e il metano, sono accorgimenti teorici che qualsiasi azienda “green” deve saper tradurre in pratica. I modi per farlo sono molteplici: oltre che ai processi produttivi, particolare attenzione va dedicata alle risorse impiegate e agli spostamenti da e per l’azienda.

 

Reperire risorse (anche umane) locali

Pensare “locale” è un ottimo modo per mettere in pratica accorgimenti di green economy: reperire localmente materie prime e forniture e assumere personale proveniente dalla zona in cui opera la tua azienda fa sì, infatti, che tu possa ridurre le emissioni di CO2 (nonché i costi legati al carburante).

 

Favorire il lavoro da casa e incentivare la mobilità green

Ci sono altri modi per ridurre le emissioni di CO2 legate agli spostamenti in auto dei tuoi dipendenti: favorire il lavoro da casa, per esempio, ti dà la possibilità di limitare i movimenti al minimo (cioè agli appuntamenti che richiedono necessariamente la presenza fisica) e di contribuire così a ridurre l’inquinamento atmosferico. Qualora non sia possibile adottare lo smart working in azienda, c’è un’ulteriore soluzione: puoi decidere di incentivare la mobilità green, magari ricorrendo a veicoli aziendali elettrici.

 

Ridurre gli sprechi

Ridurre gli sprechi è un altro imperativo categorico per le aziende “green”, nonché una pratica che, come già accennato in precedenza, permette di beneficiare di un risparmio economico. Anche in questo caso le strade a tua disposizione sono tante: puoi, per esempio, riciclare i rifiuti o riusarli oppure utilizzare già in partenza materiali riciclati.

 

Riciclare i rifiuti o riutilizzarli

La gestione dei rifiuti è un aspetto centrale per ogni azienda: a questo proposito, tieni sempre bene a mente che alla base di un corretto smaltimento e riutilizzo dei rifiuti c’è l’adozione di un’efficace raccolta differenziata, tramite appositi bidoni e contenitori. Ricorda, inoltre, che gli scarti e i rifiuti della tua azienda possono rivelarsi utili, se non direttamente per la tua impresa, per altre aziende locali che puntano sul riciclo.

 

Usare materiali riciclati

L’approvvigionamento delle materie prime è un altro ambito di cruciale importanza in ottica green economy: devi necessariamente esaminare la provenienza delle materie prime da te utilizzate e valutare, nel caso in cui ce ne fosse bisogno, se esistano o meno alternative in grado di assicurare un ciclo produttivo etico, come per l’appunto i materiali riciclati.

 

Esempi di startup green e sostenibili

Nel panorama delle imprese innovative, la Green Economy sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore. Numerose startup italiane si stanno distinguendo per il loro impegno nell’introduzione di soluzioni innovative, che hanno un impatto significativo sulla tutela dell’ambiente. Questo movimento verso la sostenibilità non solo risponde alle crescenti preoccupazioni ambientali, ma spesso porta anche a nuovi modelli di business e opportunità di mercato. Dalla smart mobility alle energie rinnovabili, passando per il riciclo e la gestione sostenibile delle risorse, queste aziende sono all’avanguardia nel promuovere un futuro più verde e sostenibile.

Di seguito, sono elencate 15 startup italiane che si sono distinte per il loro approccio innovativo e sostenibile:

  1. Energy Dome (Energy storage, energie rinnovabili): utilizza la CO2 per immagazzinare energia in modo economico e sostenibile.
  2. Circularity (Environmental services): si concentra sull’economia circolare, permettendo alle aziende di riciclare e riutilizzare i loro scarti di produzione.
  3. Innovacrete (Ingegneria civile): sviluppa materiali cementizi avanzati ed eco-friendly.
  4. Glass to Power (Fotovoltaico, nanotecnologie): produce finestre fotovoltaiche innovative che trasformano le comuni finestre in pannelli solari semitrasparenti.
  5. Grycle (Intelligenza artificiale): trasforma i rifiuti indifferenziati in granuli di materia prima riutilizzabili.
  6. Bit Mobility (Smart mobility): offre un servizio di noleggio di monopattini elettrici e e-bike.
  7. Finapp (Sonde a raggi cosmici): ha sviluppato una sonda CRNS per misurare il contenuto d’acqua nel terreno e nella neve.
  8. Cubbit (Cloud storage): fornisce soluzioni di cloud distribuito, riducendo l’impatto ambientale e aumentando la sicurezza dei dati.
  9. Bettery (Energy storage, batterie a liquido verde): ha sviluppato una batteria a liquido verde che riduce i costi dell’accumulo di energia e della produzione di elettricità da fonti rinnovabili.
  10. ACBC (e-Commerce): produce calzature sostenibili, utilizzando materie prime green e soluzioni anti-spreco.
  11. i-TES (Energy storage): progetta e realizza soluzioni di accumulo termico innovative utilizzando materiali PCM.
  12. PCup (e-Commerce): produce bicchieri in silicone riutilizzabili, dotati di tecnologia per smart payments.
  13. Packtin (Circular economy, Agri-food): utilizza scarti agroalimentari per creare packaging biodegradabili e commestibili.
  14. Pixies (Design, robotica e intelligenza Artificiale): ha sviluppato un robot alimentato a energia solare per la raccolta e lo smistamento dei rifiuti urbani.
  15. Ricehouse (Wholesale building materials): promuove l’uso della paglia e della lolla di riso come materiali da costruzione, sostenendo un processo virtuoso dal punto di vista sociale, economico e ambientale.

Queste startup rappresentano la varietà e l’innovazione all’interno del settore della green economy in Italia. La loro passione e impegno non solo contribuiscono a mitigare i problemi ambientali, ma offrono anche nuove opportunità di crescita economica sostenibile. Esse dimostrano come la creatività e l’impegno possano confluire in soluzioni pratiche che rispondono alle sfide del nostro tempo, guidando la strada verso un futuro più sostenibile.

 

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Nicola Zanetti

Founder B-PlanNow® | Startup mentor | Startup consulting & marketing strategist | Leading startup to scaleup | Private angel investor | Ecommerce Manager | Formatore professionale | Blogger | Scrittore

Sono Nicola Zanetti, un fervente appassionato di accelerazione aziendale e un pioniere nel campo dell'innovazione imprenditoriale. Con una carriera dedicata al management, sono il fondatore di B-PlanNow® un'iniziativa rivoluzionaria che riflette la mia dedizione nel supportare lo sviluppo e la scalabilità delle startup. La mia esperienza professionale è un mosaico di avventure imprenditoriali sia in Italia che a livello internazionale. Ho trascorso anni significativi in Cina, mesi in Egitto e Svizzera, acquisendo un'intuizione globale e una comprensione approfondita delle diverse culture aziendali. Questi viaggi mi hanno permesso di tessere una rete globale e di acquisire una prospettiva unica sul business internazionale.

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