Se hai deciso di metterti in proprio o sei orientato a farlo, devi sapere che l’autovalutazione è un passaggio preliminare fondamentale per assicurarti il buon esito del tuo nuovo business personale. Solo una volta che avrai esaminato nel modo corretto i tuoi punti di forza e che sarai divenuto consapevole dei tuoi punti di debolezza, infatti, potrai dire di essere davvero pronto per avviare la tua startup.
Per compiere questo passo potenzialmente rivoluzionario per la tua vita, devi avere capacità e qualità ben precise oppure, in alternativa, devi essere in grado di acquisirle per tempo. Un approccio pratico, soprattutto nelle primissime fasi di avviamento di un nuovo business, è fondamentale: c’è bisogno, quindi, che tu sappia con precisione come si scrive una scheda di autovalutazione. Questa informazione ti risulterà preziosa anche in futuro, quando potrai decidere di sottoporre i tuoi dipendenti a un’autovalutazione del lavoro.
PRIMA DI DARTI UNA RISPOSTA, LASCIA CHE MI PRESENTI:
sono Nicola Zanetti, fondatore di B-PlanNow, l’acceleratore che aiuta startup e imprenditori a trasformare idee in business scalabili, redditizi e finanziabili con strategie mirate ed innovative, business model efficaci, pitch deck persuasivi, business plan concreti e funding plan per attrarre capitali.
Se hai un progetto, posso farlo crescere davvero!
Autovalutazione: che cos’è e a che cosa serve nel mondo del lavoro
Prima di approfondire nel dettaglio quali sono le competenze e le qualità che devi avere per avviare con successo il tuo business personale è opportuno fare chiarezza su cos’è l’autovalutazione e a cosa serve (oggi) nel mondo del lavoro.
Questa pratica, ormai sempre più comune in diversi ambiti aziendali e professionali, consiste in una scheda che le aziende e i datori di lavoro possono richiedere periodicamente ai loro dipendenti, allo scopo di tenere sotto controllo i vari aspetti che concorrono a definire la produttività dei collaboratori e individuare più facilmente le possibili criticità. Allo stesso modo, la scheda di autovalutazione professionale è, però, un espediente molto utile anche (se non soprattutto) a chi ha intenzione di avviare un proprio business personale. È proprio questo il tuo caso.
Pur nelle differenze legate ai particolari ambiti professionali, obiettivi e risultati sono gli aspetti ricorrenti in ogni esempio di autovalutazione lavorativa: generalmente, le schede di autovalutazione del dipendente si presentano sotto forma di questionario e contengono al loro interno alcune griglie da compilare, dove è possibile elencare i traguardi raggiunti. Sentiti libero, però, di personalizzare come meglio credi la tua autovalutazione in vista della tua nuova avventura professionale.
Per redigere al meglio la tua scheda di autovalutazione professionale prenditi del tempo per analizzare in maniera approfondita quelli che sono i tuoi punti di forza (le competenze e le qualità personali che potrai sfruttare per il tuo business) e i tuoi punti di debolezza (gli aspetti negativi che potrebbero essere d’intralcio per il successo della tua attività). Non solo: ricordati di considerare anche i tuoi interessi, in modo da valutare se questi possano o meno essere inclusi in qualche maniera nella tua nuova appassionante sfida professionale.
Compilare la scheda di autovalutazione è un processo individuale, ma puoi condurlo anche con l’aiuto dei tuoi amici e parenti: un parere esterno, infatti, può aiutarti a oggettivare le tue esperienze e a creare una rappresentazione ancora più fedele alla realtà dei talenti e dei difetti che caratterizzano la tua persona.
Devi sapere, inoltre, che l’autovalutazione professionale va anche contestualizzata nel tempo. Questo perché, come diceva Henry Ford, tra gli storici fondatori della Ford Motor Company (ancora oggi tra le maggiori società produttrici di automobili al mondo):
“Il successo risiede nell’avere proprio quelle competenze richieste in quell’istante”.
Ciò significa che determinate tue qualità possono rivelarsi utili in una precisa circostanza, ma non in altre. Lo stesso vale per quelli che, in questo momento, possono sembrarti difetti troppo grandi.
Non è tutto: per la buona riuscita di un business è necessario offrire il prodotto giusto nel momento giusto, cioè proprio quando è richiesto dal mercato. L’autovalutazione per il lavoro, quindi, per rivelarsi davvero efficace, deve essere affiancata anche da un’analisi del mercato di riferimento e da un’analisi della concorrenza , anche eventualmente con l’ausilio di consulenze professionali.
A questo proposito, se vuoi metterti in proprio ma desideri muoverti con cautela, sappi che puoi sempre avviare un side hustle (un business parallelo al tuo lavoro dipendente), riducendo poi nel corso del tempo l’orario di lavoro “stabile” al crescere della tua impresa. Questo tempo guadagnato può rivelarsi molto prezioso per approfondire tutti gli aspetti fin qui menzionati.
Perché auto valutarsi?
Ora che hai le idee più chiare su cosa significhi compilare una scheda di autovalutazione, è utile soffermarsi sul perché è necessario farlo: come già evidenziato, si tratta di un passaggio fondamentale se vuoi metterti in proprio e avviare con successo un tuo business in autonomia.
Guardarti indietro con spirito critico, infatti, ti permette di vivere il tuo presente e il tuo futuro con maggiore lucidità e, di conseguenza, ti aiuta a prendere decisioni più consapevoli. Non solo: una corretta autovalutazione ti consente anche di avere le idee più chiare su quelli che sono i tuoi obiettivi.
Più nello specifico, mettere nero su bianco i tuoi punti di forza e il modo in cui sei riuscito a ottenere determinati risultati o a superare eventuali criticità ti rende più consapevole delle tue competenze e ti aiuta a valorizzarle al meglio in futuro. Non solo, tutto ciò aumenta anche la tua autostima, in un momento della tua vita in cui la fiducia in te stesso risulta una molla fondamentale per raggiungere tutti gli ambiziosi traguardi che ti sei posto decidendo di metterti in proprio.
Al contempo, evidenziare i tuoi punti di debolezza ti permette di riconoscere tempestivamente alcuni ostacoli che potrebbero porsi tra te e gli obiettivi che ti sei prefissato, dandoti così la possibilità di intervenire per tempo in modo da arginare qualsiasi eventuale problema.
È evidente, quindi, che è necessario stilare la scheda di autovalutazione con la massima onestà e la giusta dose di autocritica (senza, però, mettere da parte il giusto orgoglio per i risultati fin qui da te raggiunti).
Vediamo ora, punto per punto, le varie sezioni che compongono la scheda di autovalutazione.
Punti di forza
L’analisi dei punti di forza in una scheda di autovalutazione pone l’attenzione, in particolar modo, sulle competenze professionali, sulle abilità accademiche e sulle caratteristiche personali.
Per quanto riguarda le competenze professionali, è possibile menzionare, per esempio, la capacità di gestire un gruppo di lavoratori alle proprie dipendenze, di prendere decisioni (anche difficili) in tempi brevi e di trovare soluzioni tempestive agli eventuali problemi. A livello più pratico, poi, per poter avviare una startup, può rivelarsi molto utile conoscere la gestione della contabilità e saper preparare un bilancio finanziario.
È importante anche saper seguire le fasi di negoziazione e trattativa con i clienti. A quest’ultimo proposito devi sapere che, per quanto possa essere originale o geniale la tua idea, se vuoi tramutarla in realtà ma non hai le risorse economiche per farlo, devi cercare investitori che ti concedano i fondi necessari. Sapresti vendere la neve agli eschimesi? Questo è un grande punto a tuo favore: la proprietà di linguaggio è, infatti, una delle abilità accademiche decisive in questo ambito perché può rivelarsi molto utile per completare l’opera di convincimento anche degli investitori più scettici.
Oltre alla proprietà di linguaggio, altre abilità accademiche da prendere necessariamente in considerazione in fase di compilazione della scheda di autovalutazione sono la capacità di calcolo (per il già citato bilancio finanziario, ma non solo) e le eventuali capacità artistiche.
Creatività, curiosità, determinazione ed energia sono, invece, le qualità personali che concorrono a formare il perfetto startupper. Ti riconosci in questo profilo?
Punti di debolezza
Come già sottolineato, anche porre l’accento sugli aspetti di te che potrebbero intralciare il tuo nuovo business è molto importante. Tra le principali debolezze che potrebbero minare il tuo sogno di avviare con successo una startup, in questo momento storico, spiccano l’inesperienza nell’installazione di sistemi IT, la mancanza di conoscenze in ambito software e la scarsa dimestichezza con i social media più diffusi (e quelli in rampa di lancio). Più in generale, come già detto, pesa nell’autovalutazione anche la scarsa esperienza nella gestione contabile.
Sul piano personale, invece, rappresentano dei punti di debolezza alcuni aspetti del carattere, come l’impulsività, l’insicurezza e la superficialità, oppure specifiche esigenze, come la necessità di accudire i figli o di vivere in una determinata città. Analizzare la tua situazione personale, anche in relazione a chi ti circonda, è perciò fondamentale perché ti permette di neutralizzare possibili problemi futuri.
Interessi
Punti di forza e punti di debolezza non sono gli unici aspetti da prendere in considerazione: i tuoi interessi personali, infatti, sono in grado di fare la differenza per la buona riuscita della tua nuova avventura professionale.
Nello specifico, devi avere ben chiaro cosa ti piace fare e quali sono le questioni che ti appassionano di più, ma anche con chi ami trascorrere il tuo tempo (oltre, ovviamente, alla tua famiglia). Un’altra domanda cruciale che devi porti è la seguente: cosa ho imparato dai miei hobby personali? È importante, infatti, capire come puoi sfruttare anche queste competenze nel tuo nuovo business.
Competenze
Proprio a proposito di competenze, è utile ricordare che abbiamo già menzionato a più riprese quali sono quelle più richieste per avviare con successo una startup. Non solo: abbiamo evidenziato, inoltre, la necessità di operare l’autovalutazione con la massima obiettività. In questo scenario entrano in gioco i concetti di hard skills, soft skills e competenze trasferibili.
Hard skills
Per hard skills, nello specifico, si intendono tutte quelle competenze e qualifiche che sono state acquisite in maniera formale e che, quindi, possono essere facilmente dimostrate attraverso certificati ufficiali e valutate velocemente. Tra queste rientrano, per esempio, il percorso di studi e quello professionale, i titoli acquisiti e le competenze linguistiche.
Soft skills
Le soft skills, invece, sono competenze personali sviluppate in maniera spontanea e che possono essere determinanti per l’esito positivo di un’attività professionale. Ne sono un esempio la creatività (sai pensare, come dicono gli inglesi, “out of the box”?), la proattività e la capacità di problem solving, cioè di saper risolvere eventuali problemi nel modo più rapido, efficace e indolore.
Competenze trasferibili
In ultima analisi, una perfetta scheda di autovalutazione deve porre particolare attenzione a quelle che vengono comunemente definite competenze trasferibili. Si tratta di qualità legate al proprio carattere e acquisite o perfezionate nel corso del tempo grazie alle esperienze personali e/o professionali, che possono essere applicate in diversi ruoli e ambiti lavorativi. Ne sono un esempio la capacità di leadership o di organizzazione.
Molto spesso, la decisione di mettersi in proprio e dar vita a una nuova startup genera ansia, soprattutto se si decide di avviare una nuova attività professionale in autonomia in un settore totalmente diverso rispetto a quello a cui si è da sempre abituati. L’assenza di esperienza specifica, però, non deve affatto spaventarti: le capacità trasferibili rappresentano la tua arma segreta per raggiungere il successo anche in un campo per te completamente nuovo e sconosciuto. Per questo, devi saperle identificare al meglio nella tua personale scheda di autovalutazione.
Esempi di autovalutazione professionale
Ora che avrai compreso a pieno cos’è l’autovalutazione e a cosa serve (e, soprattutto, quali sono i suoi elementi fondamentali), per stilare la tua scheda non ti resta che conoscere alcuni esempi di autovalutazione professionale.
È opportuno ricordare, a questo proposito, che una scheda di autovalutazione professionale può servire sia per capire opportunità e rischi legati all’imminente avvio di un nuovo business sia per analizzare il contributo (potenziale o effettivo) dei dipendenti. Una naturale conseguenza di ciò è che risulta complicato fornire un unico esempio di autovalutazione perché la sua struttura e, ovviamente, il suo contenuto dipendono inevitabilmente dalle finalità con cui viene realizzata, ma anche dalla natura del business e (nel caso sia pensata per i dipendenti) dal ruolo ricoperto.
Esempio di autovalutazione professionale per lanciare un nuovo business
La struttura di una scheda di autovalutazione prima di avviare un nuovo business dovrebbe esserti chiara ma può esserti utile l’esempio pratico qui di seguito.
Immagina di dividere un foglio in 4 colonne distinte:
- Punti di forza
- Punti di debolezza
- Interessi
- Competenze
Nella prima colonna, per esempio, potresti includere:
- La capacità di negoziare e di trattare con i clienti (esempio di “competenze professionali”)
- L’elevata proprietà di linguaggio (esempio di “abilità accademiche”)
- La creatività e la curiosità (esempio di “caratteristiche personali”)
Nella seconda colonna:
- L’inesperienza nella gestione contabile (esempio di “inesperienza”)
- La mancanza di conoscenze in ambito software (esempio di “mancanza di conoscenze”)
- L’impulsività (esempio di “caratteristiche personali”)
Nella terza colonna:
- La partecipazione regolare a fiere ed eventi del settore (esempio di “interessi” e “conoscenze”).
Nella quarta colonna:
- Hard skills: la laurea in economia
- Soft skills: la capacità di problem solving
- Competenze trasferibili: la capacità di leadership

Esempio di autovalutazione del dipendente
Quelli che seguono, invece, sono esempi di autovalutazione lavorativa utili a capire il contributo dei dipendenti. Più precisamente, nelle prossime righe troverai una struttura-esempio di autovalutazione professionale del dipendente e un elenco di commenti di autovalutazione utili a valutare le prestazioni.
Generalmente, una scheda di autovalutazione del dipendente si compone di due sezioni:
- i commenti di autovalutazione che mettono in evidenza le aree di forza
- i commenti di autovalutazione che evidenziano le aree dove è possibile intervenire per migliorare.
Ecco, di seguito, una serie di esempi di commenti di autovalutazione, suddivisi per tipologia.
Esempi di commenti di autovalutazione sui punti di forza:
- Ho gestito [numero] ticket di assistenza clienti e risolto [percentuale] di ticket al giorno, superando l’obiettivo aziendale.
- Ho raggiunto un indice di soddisfazione dei clienti pari a [percentuale], superando l’obiettivo fissato dall’azienda.
- Per migliorare l’esperienza del cliente ho creato un sondaggio incentrato sulla loro soddisfazione, che ha rivelato le aree in cui dovremmo concentrare i nostri sforzi per rendere l’esperienza ancora migliore.
- Rispetto al trimestre precedente, ho aumentato le mie vendite del [percentuale]. Si tratta dell’aumento più alto in azienda in questo trimestre.
- Ho aumentato il tasso di conversione delle campagne e-mail del [percentuale], superando il KPI stabilito dall’azienda.
- Su mia indicazione, abbiamo cambiato software CRM, passando a un nuovo programma che ha aiutato a ridurre del [percentuale] il tempo medio di risposta del nostro reparto di assistenza clienti.
- Ho migliorato la gestione del mio tempo libero e grazie a ciò, nell’ultimo anno, ho potuto prendere parte a [numero] corsi di formazione specifici su [argomenti], colmando alcune delle mie lacune.
- Lo scorso anno sono stato scelto come responsabile di un progetto che non rientrava nella mia zona di comfort; ciò nonostante, ho appreso nuove competenze e mi sono adattato in modo tempestivo ed efficace al nuovo scenario, raggiungendo tutti gli obiettivi fissati dall’azienda.
- In quanto team leader, ho deciso di sottoporre ai dipendenti uno strumento di sondaggio anonimo; questa iniziativa ha reso più aperta la comunicazione interna al team, con evidenti benefici in termini di collaborazione e fiducia.
- Grazie al mio approccio proattivo, completo gli incarichi sempre in anticipo rispetto alle scadenze.
Esempi di commenti di autovalutazione sulle aree di miglioramento:
- La mia interazione con i clienti A, B e C non presenta particolari problemi ma ho necessità di rinforzare i contatti con i clienti D ed E.
- Ho difficoltà a dire “no” a nuovi incarichi e proposte ma devo necessariamente migliorare la gestione del mio tempo e la definizione delle priorità così da poter svolgere i compiti in modo ancora più efficace.
- Avverto il bisogno di una formazione avanzata su [programma].
- A volte tendo a concentrarmi troppo sui miei compiti, non dando sufficiente spazio e attenzione ai momenti di brainstorming collettivo in azienda e perdendo così i vantaggi di queste iniziative.
- Tendo a usare quasi esclusivamente le e-mail per le comunicazioni interne ma in alcuni momenti e in particolari situazioni sarebbe più utile utilizzare altri strumenti di comunicazione più rapidi.
- Quando lavoro sotto pressione può capitare che mi irrigidisca e risponda in un modo che può apparire freddo e scortese. Ho scaricato un’app per la meditazione per migliorare questo aspetto del mio carattere.
- Mi piace rischiare e non ho paura di prendere decisioni rapide basate sulla mia esperienza e sul mio istinto; se, questo, a volte ha portato a raggiungere obiettivi insperati, in altre situazioni devo imparare ad ascoltare di più le opinioni altrui.
- In quanto team leader, sono solito fissare obiettivi raggiungibili ma molto impegnativi e dovrei ascoltare più spesso e con più attenzione le richieste, i dubbi e le obiezioni dei componenti della squadra.
- Tendo a essere fin troppo pignolo, concentrandomi eccessivamente su alcuni dettagli; Questo risulta spesso prezioso in termini di qualità, ma rischia di rallentare eccessivamente la mia produttività.
- Dopo l’ultima autovalutazione, mi ero riproposto di migliorare le mie prestazioni ma, sebbene abbia ottenuto progressi in diverse aree, non sono riuscito a raggiungere alcuni obiettivi. Mi concentrerò meglio su questi particolari aspetti, chiedendo l’aiuto degli altri componenti del team.
Vuoi leggere tutti gli articoli relativi alla fase in cui si trova la tua startup?