Strategia di diversificazione: perché e quando è necessaria

Tempo di lettura: 6 minuti
Modificato il 03 Marzo 2025
Strategia di diversificazione perché e quando è necessaria

La direzione in cui un’azienda si muove deve assicurarle un vantaggio competitivo. Nel caso ciò non avvenga, cambiare direzione adottando una strategia di diversificazione può essere la soluzione vincente. In questa guida, scoprirai cosa significa diversificazione e come e quando puoi (o devi) diversificare la tua strategia aziendale per cogliere nuove opportunità e garantirti una crescita sostenibile.

 

Diversificazione: cos’è e perché è fondamentale

Prima di parlare delle strategie di diversificazione che puoi decidere di adottare per la tua azienda, è importante fare subito chiarezza sul significato di questo concetto, partendo dalla sua definizione applicata all’imprenditoria.

 

Definizione di diversificazione

La diversificazione è una tecnica di costruzione e gestione di un portafoglio d’investimenti che, in termini pratici, consiste nel crearsi un ampio e variegato ventaglio di fonti di rischio e potenziale rendimento, con l’obiettivo di ridurre il rischio complessivo. In questo scenario, infatti, gli eventuali danni subiti in un settore possono essere compensati dai risultati positivi ottenuti in un altro.

Un’azienda mette in atto una strategia di diversificazione quando, anziché rinforzare ulteriormente la sua posizione nell’ambito in cui già opera, decide di puntare su nuove produzioni ed espandersi in nuovi mercati.

 

Strategie di diversificazione: vantaggi e svantaggi

Per capire quando è opportuno (o, addirittura, necessario) adottare una strategia di diversificazione è utile analizzare i vantaggi e gli svantaggi che prendere una scelta del genere porta con sé.

Prima, però, ti chiediamo di riflettere su una frase pronunciata dall’imprenditore Richard Branson, fondatore del Virgin Group (ne torneremo a parlare più avanti in questa guida):

“La diversificazione è una protezione contro l’ignoranza. È molto ragionevole per un mondo che non possiamo prevedere”.

I mutamenti delle condizioni economiche, oggi più di ieri, possono essere inattesi e drastici. Cogliere i primi segnali di questi cambiamenti ti permette di agire tempestivamente (prima che sia troppo tardi!) e di vincere le sfide legate a un ambiente che è in continua evoluzione. Una delle risposte che puoi mettere in atto è proprio la diversificazione, il cui principale vantaggio, come detto, è quello di ridurre il rischio associato a un unico mercato o settore.

La diversificazione si rivela particolarmente utile quando le possibilità di espansione del business nel settore in cui già opera la tua azienda sono complicate. I motivi di ciò possono essere vari e spaziano dalla contrazione dei consumi all’introduzione di nuove regole, passando per l’ingresso di nuovi competitor.

La diversificazione, inoltre, ti consente di valorizzare risorse interne disponibili ma non pienamente usate, sfruttando nuove opportunità di sviluppo. Non solo: può darti la possibilità di massimizzare alcuni costi fissi e di migliorare le economie di scala.

Attraverso la diversificazione puoi migliorare la tua immagine e aumentare il tuo volume d’affari, espandendo la tua attività in un nuovo settore e facendo leva sulla riconoscibilità del marchio.

Una strategia di diversificazione, o, per meglio dire, una diversificazione eccessiva può, però, comportare anche degli svantaggi. Nello specifico, può portare a una dispersione di risorse, economiche e non, che potrebbero essere usate in modo più efficace per migliorare la competitività dell’azienda nel suo core business. Un’eccessiva diversificazione, inoltre, potrebbe farti perdere di vista l’identità aziendale.

 

Strategie di diversificazione: panoramica

Fino a questo momento abbiamo parlato in termini generali di diversificazione, ma è bene che tu sappia che ne esistono diverse tipologie.

La matrice di Ansoff, anche nota come matrice prodotto-mercato, mostra che la diversificazione consiste nel mettere in pratica una strategia di crescita aziendale che consiste nella creazione di nuovi prodotti e che è indirizzata a nuovi mercati. Questa strategia è caratterizzata da un livello di rischio medio-alto, ma si distingue anche per l’ambiziosità dei risultati attesi.

Lo stesso Igor Ansoff individua, poi, differenti tipologie di diversificazione. Nelle prossime righe scoprirai, nello specifico, cosa sono la diversificazione correlata e la diversificazione conglomerale.

 

Tipologie di diversificazione
Tipologie di diversificazione

 

Diversificazione correlata

La diversificazione correlata si attua quando un’impresa diversifica la sua attività in ambiti affini o correlati alla sua attività principale. La strategia di correlazione può svilupparsi in termini tecnologici, di produzione, di vendita o di marketing o in tutti questi ambiti.

 

Diversificazione conglomerale

La diversificazione conglomerale, invece, può essere considerata la diversificazione più radicale e complessa da attuare: consiste, infatti, nell’estendere l’attività dedicandosi a produzioni totalmente nuove (cioè, senza alcun tipo di affinità con le conoscenze già in possesso dell’azienda) rivolte a una clientela completamente differente da quella a cui l’azienda si è dedicata fino a quel momento.

 

Strategie di diversificazione: esempi pratici

Nelle righe precedenti ci siamo limitati a definire cosa sono la diversificazione correlata e la diversificazione conglomerale. È arrivato il momento, ora, di fare maggiore chiarezza su queste due strategie, attraverso alcuni esempi pratici di queste particolari tipologie di diversificazione.

 

Esempio di diversificazione correlata

Come detto, la diversificazione correlata consiste nel diversificare l’attività in ambiti che, in qualche modo, sono legati all’attività principale dell’azienda.

Il classico esempio di ciò è rappresentato da Apple. Ripercorriamo brevemente la sua storia: nel 1984 Apple ha lanciato il personal computer Macintosh, raggiungendo il successo. A metà degli anni Novanta del secolo scorso, però, era iniziato un periodo di declino per l’azienda, complice l’esplosione sul mercato dei computer targati Microsoft, più economici e meno complessi.

La svolta per Apple è arrivata, così, nel 2001, quando ha lanciato l’iPod. Nel 2003 è stato il momento del software iTunes e poi, nel 2007, è arrivato sul mercato il primo iPhone. Gli smartphone prodotti da Apple sono riusciti a imporsi sul mercato, anche grazie al fatto che l’azienda ha potuto contare su risorse, principi di progettazione e capacità che aveva già nel proprio bagaglio grazie alla produzione di computer.

Dopo il successo di iPod e iPhone, Apple ha poi proseguito e ampliato la sua strategia di diversificazione, producendo tablet, smartwatch e altri prodotti innovativi, sempre correlati al suo business iniziale.

 

Esempio di diversificazione conglomerale

La diversificazione conglomerale consiste, invece, nella realizzazione di nuovi prodotti (o servizi) rivolti a un mercato totalmente differente da quello in cui è solita operare l’azienda.

Per citare un esempio pratico, dobbiamo tornare a parlare ancora una volta di Virgin Group di Richard Branson. Questo brand conosciuto in tutto il mondo è nato a cavallo degli anni Settanta come nome di un negozio di dischi, poi venduti anche per corrispondenza.

Nel 1972 è nata, invece, la Virgin Records, piccola etichetta discografica divenuta poi famosa in tutto il mondo. Tra gli artisti messi sotto contratto spiccano nomi di assoluto rilievo nel panorama musicale internazionale, dai Sex Pistols ai Simple Minds, da Phil Collins ai Rolling Stones.

Risale agli anni Novanta, invece, l’ingresso del gruppo Virgin nel business del trasporto aereo, con la nascita della compagnia Virgin Atlantic Airways (alla quale poi seguirono diverse altre compagnie aeree). Dagli aerei allo Spazio il passo è “breve”: nel 2004 Richard Branson ha fondato Virgin Galactic, compagnia nata con l’obiettivo di offrire voli spaziali suborbitali per il mercato commerciale.

Ma non è tutto: oggi il Virgin Group è un gruppo diversificato che non opera solo nel settore dell’industria musicale o in quello del trasporto aereo (o spaziale), ma anche in tanti altri, tra i più disparati, a partire da quello del benessere fisico (con la catena di palestre Virgin Active, presenti anche in Italia) fino ad arrivare all’ambito della comunicazione (con Virgin Media e Virgin Fibra), passando per il settore dell’entertainment (con Virgin Books e Virgin Film).

 

Come scegliere la strategia di diversificazione giusta

Siamo quasi arrivati alla fine di questa guida che ti spiega quando e in che modo puoi far cambiare direzione alla tua azienda, ma c’è un ultimo aspetto da chiarire: come scegliere la strategia di diversificazione più giusta per la tua azienda?

Per rispondere a questa domanda è necessario ricordare che la diversificazione rientra tra le tecniche di gestione aziendale utili a rispondere in modo efficace ai cambiamenti del mercato.

In questo senso, adattamento e flessibilità sono requisiti indispensabili per poter evitare il fallimento. Anche il tempismo, però, è altrettanto fondamentale: non dimenticare che potresti essere costretto a scegliere la nuova direzione da prendere in un arco di tempo molto breve ed è importante che tu possa arrivare preparato a questo appuntamento.

Devi sapere, quindi, che optare per una strategia di diversificazione correlata ha senso quando le corrispondenze strategiche tra il business attuale e quello futuro assumono una valenza competitiva e, in termini più pratici, gettano concrete basi per raggiungere prestazioni di vendite superiori a quelle da te raggiunte fino a quel momento.

Puoi scegliere, invece, una strategia di diversificazione conglomerale quando e se intercetti l’opportunità di entrare in nuovi mercati che rappresentano interessanti opportunità di business per il futuro dell’azienda, in termini di sviluppo, crescita o anche “solo” visibilità del brand. Si tratta, in questo caso, di una decisione da prendere solo dopo un’attenta riflessione. La diversificazione conglomerale, infatti, come già sottolineato, è la strategia più rischiosa in assoluto, dal momento che né il nuovo prodotto da lanciare né il nuovo mercato nel quale ti appresti a entrare hanno affinità con quanto da te fatto fino a quel momento. Niente paura: ora, infatti, hai tutti gli strumenti e le risorse per affrontare anche questo grande passo.

 

Vuoi leggere tutti gli articoli relativi alla fase in cui si trova la tua startup?

  1. Fare il grande passo
  2. Muovere i primi passi
  3. Avviare una startup
  4. Far crescere una startup

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Nicola Zanetti

Founder B-PlanNow® | Startup mentor | Startup consulting & marketing strategist | Leading startup to scaleup | Private angel investor | Ecommerce Manager | Formatore professionale | Blogger | Scrittore

Sono Nicola Zanetti, un fervente appassionato di accelerazione aziendale e un pioniere nel campo dell'innovazione imprenditoriale. Con una carriera dedicata al management, sono il fondatore di B-PlanNow® un'iniziativa rivoluzionaria che riflette la mia dedizione nel supportare lo sviluppo e la scalabilità delle startup. La mia esperienza professionale è un mosaico di avventure imprenditoriali sia in Italia che a livello internazionale. Ho trascorso anni significativi in Cina, mesi in Egitto e Svizzera, acquisendo un'intuizione globale e una comprensione approfondita delle diverse culture aziendali. Questi viaggi mi hanno permesso di tessere una rete globale e di acquisire una prospettiva unica sul business internazionale.

Hai solo un’idea o un business già avviato, ma non sai come crescere?

ACCELERA ORA LA
TUA STARTUP

Da oltre 12 anni, trasformo idee in business scalabili, redditizi
e finanziabili

hero1