
Cos’è il capitale di debito e come si calcola
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Hai intenzione di avviare e gestire una startup? Ricordati queste 3 parole: capitale di debito. Si tratta di una fonte di finanziamento che si rivelerà essenziale per te, in quanto riveste un ruolo preziosissimo a livello di gestione della tesoreria. Per maneggiare al meglio il capitale di debito è necessario che tu sappia esattamente cos’è e come si calcola. Preparati perché stai per scoprirlo.
Capitale di debito: significato
Il primo passo, ovviamente, è esplorare il significato di capitale di debito. Per approfondire questo concetto è necessario partire dalle fonti di finanziamento su cui la tua startup (così come, più in generale, ogni azienda) può contare: esse si suddividono in finanziamenti di capitale proprio e in finanziamenti di capitale di debito.
Nella categoria “capitale proprio” rientrano i conferimenti apportati nelle imprese dai proprietari o dai soci. Questa voce, quindi, fa riferimento alle diverse forme di autofinanziamento da parte di soggetti interni all’azienda.
Il capitale di debito, invece, si riferisce ai finanziamenti che un’impresa ottiene a titolo di debito da finanziatori diversi dal proprietario o dai soci, cioè da soggetti esterni all’azienda. Questo capitale, che può essere costituito da crediti di varia natura, rappresenta un prezioso aiuto per le casse aziendali ma non entra a far parte del patrimonio dell’azienda. Va restituito entro una scadenza prestabilita e può aumentare nell’eventualità in cui siano previsti degli interessi.
Qual è il capitale di debito di un’azienda?
Per capire più nel dettaglio e in termini più pratici qual è il capitale di debito di un’azienda è necessario fare riferimento a un’ulteriore distinzione: all’interno della macrocategoria “capitale di debito” è infatti possibile distinguere tra debito di funzionamento, cioè il totale dei debiti contratti dall’impresa nei confronti dei suoi fornitori, e debito di finanziamento, cioè il totale dei crediti ottenuti dall’impresa da banche e istituti di credito.
Si tratta di una distinzione molto importante perché il debito di funzionamento e il debito di finanziamento agiscono in maniera diversa sugli equilibri di cassa. Analizziamo ora questi due concetti, così saprai sviluppare al meglio il tuo funding plan.
Debito di funzionamento: cos’è?
Il debito di funzionamento, come detto, è in termini pratici il debito che una startup (e, più in generale, un’azienda) ha con i suoi fornitori. Per rendere operativa l’impresa, del resto, come già saprai, è inevitabilmente necessario ricorrere a beni e servizi esterni (ti basti pensare alle materie prime di cui ha bisogno la tua startup), ma questo tipo di forniture, generalmente, non è pagato alla consegna, dal momento che il pagamento viene quasi sempre dilazionato nel tempo.
Devi sapere che le forniture non ancora pagate rappresentano proprio i debiti di funzionamento: si tratta, quindi, di capitali di terzi che sostengono l’impresa nello svolgimento del suo esercizio e rappresentano per te e per chiunque gestisca una startup (o un’azienda) una risorsa molto importante, dal momento che avere la possibilità di posticipare il pagamento di una fornitura ti dà più tempo per avere accesso alla liquidità necessaria per coprire il pagamento stesso, alleggerendo così la pressione sulla cassa aziendale.
Fai attenzione, però, perché approfittare di questa possibilità e non gestire al meglio i debiti di funzionamento può incrinare il rapporto con i fornitori e, al peggio, condannare al fallimento la tua startup.
Debito di finanziamento: cos’è?
Il debito di finanziamento è, invece, l’insieme dei prestiti e finanziamenti ottenuti da banche e istituti di credito e che implicano la restituzione entro una data scadenza e con gli interessi.
In base alla durata del debito è possibile distinguere tra capitale di debito a breve termine e capitale di debito a medio-lungo termine. Nel momento in cui ti rivolgi a una banca per richiedere un prestito, infatti, puoi scegliere tra diverse opzioni, tra cui, per esempio, un fido bancario valido per pochi mesi oppure un mutuo dalla durata di diversi anni.
La scelta, ovviamente, è legata alle tue specifiche esigenze, ma tieni sempre conto dei rischi che questa soluzione comporta: ottenere un prestito bancario può salvare il presente della tua startup ma, proprio a causa dei citati interessi da corrispondere nel tempo, potrebbe compromettere il futuro della tua avventura imprenditoriale.
Capitale di debito: come si calcola?
È necessario, a questo punto, sottolineare ancora una volta l’importanza del capitale di debito: esso serve, in termini pratici, a darti la possibilità di poter sopperire a un’eventuale temporanea mancanza di liquidità nella cassa della tua startup e contribuisce ad equilibrare il tuo flusso di cassa. Anche in considerazione dei pericoli appena citati, però, diventa determinante per te saperlo calcolare e monitorare, soprattutto nel caso ti serva redigere il business plan. Solo sapendo come si calcola il capitale di debito, infatti, puoi tenere sotto controllo i costi di indebitamento della tua startup e, quindi, sapere fino a dove puoi spingerti nel richiedere prestiti e finanziamenti. In tuo soccorso, in questa missione, giunge un indice di bilancio che prende il nome di Return on Debts (ROD). Conosciamolo meglio.
Cos’è il ROD
Come appena sottolineato, il ROD (Return on Debts) è un indice di bilancio in grado di misurare il valore di onerosità (in percentuale) di un capitale preso in prestito. Devi, innanzitutto, sapere che può essere calcolato a partire dal totale dei finanziamenti ottenuti da banche, istituti di credito o altri soggetti terzi e dall’insieme degli oneri finanziari, ovvero gli interessi passivi e gli altri eventuali costi gestionali.
Il suo valore viene espresso in termini percentuali e si calcola con una formula ben precisa:
ROD = ONERI FINANZIARI / FINANZIAMENTI RICEVUTI * 100
Conoscere la formula, però, non ti sarà molto d’aiuto se non metti a confronto il ROD, che esprime quindi il costo dell’indebitamento, con il ROI (Return on Investment), ossia l’indice che esprime in termini numerici il tasso di rendimento di tutte le tipologie di capitale investite nell’impresa. Per la sopravvivenza a lungo termine della tua startup devi assicurarti che il ROD sia sempre inferiore al ROI perché, se così non fosse, significa che dovrai intervenire per gestire in maniera più efficiente il tuo capitale di debito. Al contrario quando il ROI è maggiore del ROD la tua impresa ha convenienza a finanziare gli investimenti indebitandosi. Infatti, il rendimento che l’impresa ottiene investendo le risorse prese a prestito (ROI) è maggiore del costo sostenuto per acquisirle (ROD).
Capitale di rischio e di debito: differenze
Non è ancora arrivato il momento dei saluti. Per comprendere a pieno cos’è il capitale di debito, infatti, bisogna introdurre un altro concetto: il capitale di rischio. Questi due termini sono spesso erroneamente utilizzati come sinonimi, perciò sapere cosa li distingue può rappresentare una marcia in più per te nella tua corsa verso il successo.

capitale di rischio vs capitale di debito: le forme di finanziamento a confronto
In termini pratici, il capitale di debito può essere considerato la causa del rischio, mentre il capitale di rischio è da intendere come ciò che, effettivamente, stai rischiando. Mentre il capitale di debito rischia di compromettere la stabilità dell’azienda, il capitale di rischio è ciò che è necessario che tu metta sul tavolo per contrastare l’indebitamento. Come il capitale di debito, anche il capitale di rischio deriva spesso da soggetti terzi; a differenza, però, del capitale di debito, che rimane di proprietà dei soggetti terzi (banche o istituti di credito) e che, proprio per questo motivo, deve essere restituito (con interessi), il capitale di rischio fa parte del patrimonio effettivo aziendale.
Concludendo questa panoramica sul capitale di debito è opportuno fare un’ultima precisazione: in questo approfondimento si è parlato spesso di debiti e rischi, ma non devi lasciarti scoraggiare da tutto ciò perché ora hai le nozioni e gli strumenti per gestire al meglio ogni potenziale situazione problematica. Non solo: devi anche tenere bene a mente che, citando le celebri parole di Robert Schuller:
“i tempi duri non durano mai, ma le persone dure sì”.
Non dimenticarlo mai!