Al giorno d’oggi avviare una startup e farla funzionare senza avere un minimo di conoscenza in materia di Supply Chain Management è un rischio enorme. Negli ultimi anni, infatti, questo ambito ha assunto un ruolo assolutamente centrale all’interno delle aziende, con tutto ciò che ne consegue in termini di benefici e rischi. Se vuoi massimizzare i primi ed evitare i secondi, sei sulla pagina giusta: in questa guida, infatti, scoprirai cos’è la Supply Chain, in che modo questa può migliorare l’efficienza e la competitività della tua azienda e come è possibile gestirla e ottimizzarla al meglio.
Supply Chain Management: cos’è?
Come in ogni guida che si rispetti, il primo passo, ovviamente, è capire in termini concreti ciò di cui si sta parlando. Hai mai giocato a scacchi? Conoscere questo gioco potrebbe esserti di aiuto nel tuo viaggio alla scoperta del Supply Chain Management. Il motivo stai per scoprirlo.
Definizione di Supply Chain
Una suggestiva definizione di Supply Chain, che porta la firma dell’economista Michael Porter, recita:
“Il Supply Chain Management è come il gioco degli scacchi: richiede pensiero strategico, pianificazione anticipata e movimenti precisi per vincere la partita del mercato globale”.
La metafora di Porter tra il Supply Chain Management e il gioco degli scacchi mette in evidenza alcuni punti chiave del primo ma non chiarisce, in termini pratici, cos’è. A tal proposito, devi sapere innanzitutto che il significato letterale di Supply Chain in italiano è catena di “distribuzione” o “approvvigionamento” e che i primi a parlare di Supply Chain Management furono nel 1982 due studiosi (Oliver e Webber), in riferimento a una tecnica di riduzione delle scorte in aziende facenti parte la stessa filiera.
Questo concetto, inizialmente, veniva utilizzato principalmente nell’ambito della gestione del magazzino e delle scorte. Al giorno d’oggi, invece, la Supply Chain include tutte quelle attività che permettono di trasformare le materie prime in prodotti finiti da offrire ai clienti.

Tra queste ne spiccano 9: il marketing, i rapporti con i fornitori, gli approvvigionamenti, la gestione e lo stoccaggio delle scorte delle materie prime, la produzione, la gestione e lo stoccaggio dei prodotti finiti, la gestione degli ordini di acquisto, la gestione delle consegne e, infine, la logistica relativa alla restituzione dei resi.
Oltre alle 9 attività fondamentali della catena di distribuzione, è importante che tu conosca anche i 4 pilastri della Supply Chain.

Si tratta di diverse parti che, connesse tra di loro, garantiscono che l’intero processo sia portato avanti nella maniera più fluida possibile. Nello specifico, questi 4 pilastri sono: l’Integrazione tra le diverse persone coinvolte nel processo produttivo, le operazioni quotidiane (e il relativo monitoraggio), gli acquisti (che servono ad assicurare che ci siano tutti i materiali e gli strumenti per la produzione dei prodotti) e la distribuzione dei prodotti (fino ad arrivare nelle mani dei consumatori).
C’è un altro aspetto che devi considerare se vuoi capire davvero cos’è la Supply Chain e di cosa si occupa il Supply Chain Management: col passare degli anni non si è allargato solo l’ambito di interesse, ma si è anche smesso di pensare all’azienda come un’entità a sé e si è data sempre più rilevanza alle interconnessioni tra le aziende che intervengono nel processo di distribuzione e logistica.
Nelle prossime righe ci soffermeremo sui motivi per cui l’evoluzione del concetto di Supply Chain Management ha reso ancora più importante questa attività per le aziende moderne.
L’importanza strategica per le imprese moderne
Il Supply Chain Management era importante già nel 1982, ma lo è ancora di più ora che il suo concetto si è allargato coinvolgendo nuovi ambiti relativi a come evadere un ordine (e non solo).
Il principale scopo di una corretta gestione della Supply Chain è, oggi, quello di controllare le prestazioni e migliorare l’efficienza aziendale al fine di ottimizzare il livello di servizio reso al cliente finale, razionalizzando costi operativi e capitale.
Sulla base delle indicazioni raccolte nell’ambito del Supply Chain Management è possibile formulare una previsione più precisa e completa dell’esigenze dei consumatori e della domanda del mercato e, conseguentemente, affinare i piani di azione per aumentare la soddisfazione del cliente e la propria competitività. In che modo? Per esempio, ottimizzando l’uso delle materie prime e degli impianti e/o diminuendo il time to market (ossia il tempo necessario per arrivare alla commercializzazione di un prodotto o servizio).
Internet, rendendo più facili e veloci le comunicazioni e la coordinazione tra i diversi membri che operano lungo la catena di distribuzione, ha reso ancor più strategico il Supply Chain Management, che oggi, se eseguito correttamente, assicura una perfetta integrazione tra domanda e fornitura, così come tra produzione, logistica e marketing.
Tecnologia e innovazione nella Supply Chain
Come tanti altri ambiti, anche il Supply Chain Management ha beneficiato della crescente digitalizzazione di operazioni logistiche che, un tempo, venivano eseguite in maniera analogica (con tutto ciò che ne consegue in termini di mancanze, ritardi ed errori).
In termini generali, i vantaggi di ciò si traducono principalmente nella possibilità di intervenire in anticipo per evitare che si presentino battute d’arresto lungo il processo (effettuando quella che è definita “manutenzione predittiva”) e in una maggiore integrazione tra dati, che permette di soddisfare le esigenze dei clienti prima e meglio.
Per entrare più nello specifico, però, è il momento ora di analizzare in che modo l’innovazione tecnologica ha cambiato e, per certi versi, rivoluzionato, il Supply Chain Management.
Come l’IoT sta trasformando la gestione della catena di approvvigionamento
L’Internet of Things, grazie per esempio alle tecnologie RFID, sta trasformando radicalmente la gestione della catena di approvvigionamento e, in particolare, quella del picking di magazzino e dell’inventario perché consente di determinare in ogni momento la posizione precisa degli articoli e di monitorarne lo stato di conservazione.
Big data e analytics: interpretare i dati per decisioni strategiche
I moderni sistemi di analisi avanzata dei dati (le cosiddette Advanced Analytics) rappresentano altri preziosi alleati nella gestione della Supply Chain perché permettono di dare un senso compiuto a una grande mole di dati e informazioni che, oggi, è possibile raccogliere più facilmente.
Ma come si concretizza tutto ciò in termini di benefici? Grazie alle Advanced Analytics è possibile, per esempio, tracciare proiezioni più accurate delle tendenze future per quanto riguarda la domanda del mercato e adottare, quindi, decisioni strategiche più efficaci.
Cloud Computing e automazione
Il Cloud Computing è un’altra grande rivoluzione tecnologica degli ultimi anni. Grazie a esso, che consente di integrare più piattaforme e di collegare diversi strumenti e risorse, la Supply Chain è diventata più snella e reattiva, cioè pronta ad analizzare e soddisfare rapidamente le nuove richieste dei clienti.
L’ultimo trend tecnologico che merita una menzione tra i fattori che più stanno trasformando la gestione della catena di distribuzione è l’automazione: sempre più operazioni, nell’ambito della logistica, sono infatti automatizzate (ti basti pensare alle attività di trasporto o magazzino) e tutto ciò consente di riservare più tempo ad altre attività considerate a maggior valore aggiunto.
Il Supply Chain Manager
L’importanza del Supply Chain Management ha imposto negli ultimi anni la nascita di una figura preposta a tale attività, chiamata Supply Chain Manager. Ma chi è e, soprattutto, cosa fa?
Responsabilità e sfide del ruolo

Il Supply Chain Manager, come già accennato, è la figura interna all’azienda alla quale è affidata l’intera responsabilità del funzionamento della catena di distribuzione. In termini concreti, si occupa della pianificazione, dell’organizzazione, del controllo e dell’ottimizzazione di tutte le attività che sono coinvolte nel processo tramite il quale le risorse vengono trasformate in beni o servizi da offrire sul mercato. A lui, quindi, spetta il compito di ottimizzare costi operativi e capitale impiegato e di massimizzare il livello del servizio offerto ai clienti.
Come potrai intuire, si tratta di un ruolo molto delicato, anche perché i suoi compiti vanno oltre i confini dell’azienda. Tra le sue varie responsabilità, infatti, il Supply Chain Manager deve anche negoziare i contratti con tutte le parti coinvolte nel processo di compravendita e stoccaggio dei beni, con l’obiettivo costante di ridurre le spese dell’azienda, evitando gli sprechi e ottimizzando le risorse operative a disposizione.
Competenze chiave per il successo
Considerate le grandi responsabilità affidate a questa figura, per fare il Supply Chain Manager non può bastare avere competenze specifiche in questo particolare ambito oppure conoscere i principali software gestionali utilizzati in questo settore. Il manager che si occupa della gestione della Supply Chain, infatti, deve avere anche spiccate doti di leadership, oltre a capacità di negoziazione e a una grande sensibilità nel cogliere (e, se possibile, anticipare) i cambiamenti futuri.
Strategie operative per una Supply Chain efficiente
Abbiamo chiarito nelle righe precedenti le responsabilità e i compiti del Supply Chain Manager, ma sapere cosa fa una figura di questo tipo non è sufficiente: è fondamentale, infatti, che tu sappia anche come lo fa. Ci riferiamo, nello specifico, alle strategie operative che è possibile mettere in atto per rendere più efficiente la Supply Chain. Hai mai sentito parlare di Lean Management? Se non hai idea di cosa significhi, presta particolare attenzione a quanto stai per leggere.
Principi del Lean Management per ridurre gli sprechi
Il concetto di Lean Management (traducibile in italiano come “gestione snella”) si basa sul cosiddetto Lean Thinking, una particolare filosofia che si prefigge di creare il massimo valore per il cliente al minimo costo, riducendo al minimo gli sprechi di risorse, di tempo, di energia e di fatica.
Il Lean Management è una modalità di gestione aziendale derivata dal Toyota Production System (TPS), modello sviluppato da Taiichi Ohno, Shigeo Shingo, Sakichi Toyoda, Kiichirō Toyoda negli anni Quaranta. Il TPS è un metodo di organizzazione della produzione che si discosta dalla produzione in serie e che si basa sull’idea di “fare di più con meno”, ossia di usare le risorse a disposizione nel modo più produttivo possibile e di incrementare così in maniera drastica la produttività.
L’arte di bilanciare scorte e logistica
Ridurre gli sprechi è fondamentale, ma non devi correre il rischio di confondere l’ottimizzazione delle scorte con la mera riduzione delle stesse: una corretta gestione delle scorte, infatti, si collega al livello di servizio offerto ai clienti e, pertanto, nel proprio modello di business è necessario puntare a un bilanciamento tale da non penalizzare la capacità di erogazione dei propri servizi. Non è un caso, infatti, che uno dei principi della “produzione snella” è, per l’appunto, rappresentato dalla ricerca di una sincronia perfetta tra approvvigionamento/produzione e domanda del mercato.
Ok, ma cosa significa quanto appena detto in termini pratici? Per esempio, significa che un’azienda dovrebbe impiegare capitali e risorse per formare scorte (e gestirle nei propri magazzini) solo se ha la consapevolezza che esse siano davvero indispensabili per rendere fluidi (oltre che più economici) i processi produttivi e assicurare il livello di servizio al minimo costo.
Digitalizzazione: il futuro della Supply Chain
Nonostante il Supply Chain Management rivesta oggi un ruolo ancor più strategico rispetto al passato, molte aziende gestiscono le loro catene di distribuzione con strumentazioni e processi ormai datati. Non solo: fino a non molto tempo fa, il cliente veniva coinvolto nella Supply Chain solo alla fine e il modo in cui i prodotti venivano realizzati e approdavano in negozio era relegato in secondo piano.
Al giorno d’oggi, invece, i consumatori prestano grande attenzione alla Supply Chain (e, in particolare, alla sua trasparenza e sostenibilità) e vogliono avere voce in capitolo sulle modalità e i luoghi dei loro acquisti. La Customer Experience sarà verosimilmente sempre più centrale e sarà quindi ancor più importante, nei prossimi anni, riuscire a soddisfare le nuove esigenze dei clienti in modo veloce e puntuale. Le nuove tecnologie permettono di fare proprio questo.
Vantaggi della transizione digitale
La transizione digitale permette alle aziende di automatizzare i processi per diventare più veloci e di offrire una logistica ritagliata su misura sulle esigenze dello specifico cliente. Non solo: l’utilizzo delle nuove tecnologie rende anche più agile e flessibile la Supply Chain.
I moderni software di Supply Chain Management consentono di gestire una grande mole di dati in tempo reale e di usarli per automatizzare i flussi di lavoro in modo più snello ed efficiente. Eventi imprevisti a livello locale e globale (ti basti pensare al Covid) sono in grado di rivoluzionare in tempi brevi le esigenze e le richieste dei clienti e una gestione della Supply Chain guidata dai dati, grazie all’innovazione tecnologica, permette di rispondere in modo più reattivo ai nuovi scenari.
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