Fare coppia negli affari, oltre che nella vita, si può. Come? Dando vita a un’impresa coniugale, un particolare tipo di azienda che ha caratteristiche differenti rispetto ad altre attività e che, proprio per le sue peculiarità, richiede modalità di creazione e gestione ad hoc.
Se stai ragionando sulla possibilità di avviare un’azienda di questo tipo, sei nel posto giusto: in questa guida scoprirai cos’è l’impresa coniugale e come portarla avanti con successo.
Cos’è l’impresa coniugale
La definizione di impresa coniugale fa riferimento a un’azienda che viene gestita in uguale misura da entrambi i coniugi, a prescindere dal fatto che questa sia stata costituita prima o dopo il matrimonio. Per capire meglio cos’è l’impresa coniugale, però, è necessario fare riferimento all’articolo 177 del Codice civile, che ne rappresenta la sua base legale.

Definizione e basi legali
L’articolo 177 del Codice civile disciplina la “comunione legale” e indica che tra gli oggetti della comunione legale dei beni rientrano anche “le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio”. Lo stesso articolo, poco dopo, specifica che, “qualora si tratti di aziende appartenenti a uno dei coniugi anteriormente al matrimonio ma gestite da entrambi, la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi”.
L’impresa coniugale è, quindi, un’azienda gestita in uguale misura da entrambi i coniugi, ma all’interno di questa categoria è necessario distinguere due fattispecie.
Si ha un’impresa coniugale su azienda coniugale quando l’azienda è gestita da entrambi i coniugi ed è stata costituita dopo il matrimonio. In questo caso, entrambi i coniugi vanno considerati imprenditori e gestori dell’azienda. La sua amministrazione e rappresentanza legale, quindi, spettano ai coniugi in maniera disgiunta per quanto riguarda gli atti di ordinaria amministrazione e in maniera congiunta per gli atti di straordinaria amministrazione.
Si ha un’impresa coniugale su azienda non coniugale, invece, quando l’azienda gestita da entrambi i coniugi apparteneva a uno dei due prima del matrimonio. In questo caso, come sottolineato poco fa, sono oggetto di comunione legale esclusivamente gli utili e gli incrementi dell’azienda e non la proprietà della stessa.
Differenze tra impresa coniugale e familiare
È importante non far confusione tra l’impresa coniugale e l’impresa familiare, o impresa famigliare, che è invece disciplinata dall’articolo 230 bis del Codice civile.
L’impresa di famiglia è la forma che può assumere l’impresa individuale quando a essa collaborano i familiari dell’imprenditore.
È proprio il ruolo dei familiari a distinguere l’impresa coniugale dall’impresa familiare: nella prima, infatti, i due coniugi gestiscono l’azienda in modo paritario mentre nel secondo caso i collaboratori (tra cui può rientrare, per l’appunto, anche un coniuge) hanno mansioni subordinate rispetto al titolare.
Non solo: nell’impresa coniugale i due coniugi hanno uguali benefici, a prescindere dalla loro effettiva partecipazione nella gestione aziendale, mentre nell’impresa familiare la partecipazione dei collaboratori è proporzionale alla quantità e alla qualità del lavoro da loro prestato.
Nell’impresa familiare, inoltre, al titolare spettano le decisioni sulla gestione ordinaria, mentre in alcuni casi viene richiesta la maggioranza dei componenti.
Creazione e gestione
L’impresa coniugale – ormai ti sarà chiaro – ha alcune sue caratteristiche peculiari. Alcune di esse fanno riferimento alla sua creazione e alla sua gestione.
Avviare un’impresa coniugale
L’impresa coniugale deve essere costituita dai soli coniugi e, quindi, dalla sua creazione deve essere escluso chiunque altro. Un’impresa di questo tipo, inoltre, non deve essere costituita per atto pubblico.
Responsabilità e amministrazione condivisa
Oltre che uguali diritti, i coniugi che gestiscono un’impresa coniugale hanno pari doveri nei confronti di terzi. Ciascun coniuge può compiere qualsiasi atto riguardante l’amministrazione, ordinaria e straordinaria, a eccezione degli atti dispositivi che hanno come oggetto beni immobili e mobili registrati, per cui è necessario invece il consenso di entrambi.
Aspetti legali e fiscali
Conoscere gli aspetti legali e fiscali quando si decide di avviare un’azienda è importante e lo è ancor più in questo caso particolare.
Regime di comunione e separazione dei beni
Lo abbiamo già accennato ma è importante ribadire quali sono le implicazioni a norma di legge di un’impresa coniugale in materia di comunione dei beni.
Intanto, è utile ricordare che la comunione legale dei beni rappresenta il regime patrimoniale della famiglia previsto dalla legge per le coppie sposate o unite con rito civile, salvo i casi in cui i coniugi esprimano esplicitamente la scelta in favore della separazione dei beni. La comunione legale prevede che i beni acquistati durante il matrimonio siano comuni ad entrambi i coniugi, anche se ad acquistarli è stato solo uno dei due. Per disporre dei beni comuni è necessario sempre il consenso di entrambi.
L’articolo 177 del Codice civile, come già sottolineato, stabilisce che la comunione legale dei beni riguarda anche le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio. Lo stesso articolo chiarisce, inoltre, che, “qualora si tratti di aziende appartenenti a uno dei coniugi anteriormente al matrimonio ma gestite da entrambi, la comunione concerne solo gli utili e gli incrementi”.
Implicazioni fiscali per i coniugi
Ai fini fiscali, se l’impresa è costituita prima del matrimonio ed è gestita da entrambi i coniugi, il reddito va dichiarato dal coniuge titolare dell’impresa nel modello Redditi PF, al quadro RF (contabilità ordinaria) o RG (contabilità semplificata), mentre l’altro coniuge dichiara la sua quota di reddito nel quadro RH del modello Redditi PF.
Se l’impresa gestita da entrambi i coniugi è costituita dopo il matrimonio, viene assimilata alla società di persone e, pertanto, il reddito va dichiarato nel modello Redditi SP e imputato pro quota tra i coniugi, che dovranno compilare il quadro RH del modello Redditi PF.
Impresa coniugale: vantaggi e sfide
Ora che abbiamo chiarito tutti gli aspetti tecnici e legali legati alla costituzione di un’impresa coniugale, è il momento di capire perché dare vita a un’azienda di questo tipo (e perché, eventualmente, non farlo).
Benefici dell’impresa coniugale
Partiamo da una citazione di Shannon Alder:
“In un’impresa coniugale, il matrimonio è la fondazione, l’amore è il cemento, e l’impegno è l’edificio”.
L’amore rappresenta, se possibile, il vantaggio più grande per le imprese coniugali. Poterti fidare al 100% di chi lavora al tuo fianco ha diversi benefici: per esempio, rende più sereno l’ambiente di lavoro e alimenta lo spirito di collaborazione al suo interno, assicurando una maggiore disponibilità al sacrificio da parte di ognuno. Dal punto di vista pratico, lavorare con il coniuge ti permette anche di evitare di dover fare i conti con il complesso e lungo percorso di valutazione e segnalazione dei potenziali collaboratori.
Sfide comuni e come superarle
Lavorare con chi ami, però, è un’arma a doppio taglio: anche tra coniugi possono sorgere incomprensioni e le loro conseguenze possono avere anche ripercussioni molto gravi, perché il confine tra lavoro e vita privata è molto labile e la gestione del work-life balance è ancor più complicata.
Tra gli altri possibili svantaggi delle imprese coniugali spicca la questione delle competenze: lavorare con il coniuge potrebbe frenare la crescita e l’innovazione dell’azienda perché i contributi di risorse esterne, magari più qualificate, sono sempre molto importanti. Per far fronte a ciò, è necessario analizzare i punti di forza e il valore aggiunto di ognuno con la massima obiettività, senza implicazioni sentimentali.
Strategie di successo
Non possiamo che terminare questa guida dedicata a come gestire con successo un’impresa coniugale con alcune indicazioni di massima sulle strategie più efficaci per far rendere al meglio un’azienda di questo tipo.
Collaborazione efficace tra coniugi
La prima strategia è una naturale conseguenza di quanto detto in precedenza sul legame che unisce due coniugi che decidono di lavorare insieme in azienda: la collaborazione deve essere tale da sfruttare tutte le opportunità che un rapporto di questo tipo offre (cioè, in primis, la fiducia riposta nell’altro) e scongiurare i rischi a cui esso espone (gestione del work-life balance in testa).
Attenzione alle incomprensioni e alle liti, che potrebbero portare – in extrema ratio – anche al divorzio (e, quindi, alla fine dell’impresa coniugale e dei suoi benefici fiscali): in questo senso, il consiglio è quello di assicurarti che la collaborazione sia realmente paritaria e che i compiti di ciascuno siano chiari e condivisi fin dall’inizio.
Pianificazione finanziaria e previsionale
Per gestire con successo un’impresa coniugale, bisogna stare molto attenti anche alla gestione delle finanze: come per compiti e ruoli, anche gli obiettivi (finanziari, oltre che strategici) e la gestione delle spese devono essere condivisi da entrambi i coniugi. La migliore strategia, in questo caso, è mettere a punto un piano finanziario completo e chiaro per tutti, che funga da base per il successo dell’impresa coniugale.
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