Associazioni No profit: come funziona e crearne una

Tempo di lettura: 8 minuti
Modificato il 03 Marzo 2025
Associazione no profit come funziona e crearne una

Non sempre avviare un nuovo business significa dar vita a un’impresa lucrativa. Ci avevi mai pensato? Con la tua nuova attività puoi raccogliere aiuti e fondi per sostenere e finanziare le cause che più ti stanno a cuore.

Lasciati ispirare da questa frase di Richard Branson:

“Per me, il business non è di indossare abiti eleganti o compiacere gli azionisti. Si tratta invece di essere fedeli a sé stessi, alle proprie idee e concentrarsi sull’essenziale”.

Se la tua idea di business non è unicamente orientata al lucro, ma persegui anche scopi culturali, sociali o umanitari, hai bisogno di sapere come costituire un’associazione no profit per dare concretezza al tuo progetto. Tieni a mente che le tue conoscenze in ambito business rischiano di portarti fuori strada: i convenzionali modelli di business, infatti, non funzionano per questa particolare tipologia di attività. Concentrati, invece, su ciò che davvero funziona.

 

Cos’è un’associazione no profit

Facciamo, innanzitutto, chiarezza sul significato di “no profit” perché questa espressione rischia di trarti in inganno: devi sapere, infatti, che esistono diverse realtà “no profit” che hanno anche l’obiettivo di generare un profitto; in questi casi, però, gli utili non vengono prelevati dal titolare o ridistribuiti tra gli azionisti, bensì sono reinvestiti nelle cause sostenute oppure nella gestione del business stesso.

Ma cos’è, quindi, un‘associazione senza scopo di lucro? Si tratta di un ente non commerciale senza scopo di lucro che opera nel “terzo settore” e persegue scopi a carattere solidale, ideale o di utilità sociale, culturale, ricreativo, ambientale, assistenziale o sportivo.

Un’associazione no profit, più nel dettaglio, si distingue per alcune caratteristiche specifiche. Essa deve:

  • essere senza scopo di lucro;
  • avere uno scopo ideale conforme al buon costume e all’ordine pubblico.

Inoltre, un ente no profit deve prevedere:

  • la parità di diritti e doveri dei suoi associati;
  • la libertà di adesione dei nuovi soci;
  • la libera eleggibilità dei suoi organi amministrativi;
  • una rendicontazione annuale;
  • il divieto di distribuire tra i suoi associati utili o avanzi di gestione;
  • l’obbligo di devolvere il pagamento a un’altra associazione con finalità analoghe in caso di suo scioglimento.

Per assenza di finalità di lucro e profitto si intende, più nello specifico, che le associazioni no profit possono esercitare un’attività di tipo commerciale (per esempio, la produzione e vendita di beni o la somministrazione di servizi), ma senza distribuire in alcun modo gli utili a vantaggio degli associati. Ricorda, inoltre, che l’attività commerciale non deve avere carattere esclusivo e prevalente all’interno del business dell’associazione no profit, bensì deve risultare strumentale alla raccolta dei fondi necessari per il raggiungimento degli scopi che guidano l’associazione stessa.

 

Tipologie (ed esempi) di associazione no profit

Prima di analizzare nel dettaglio quali sono le varie tipologie di associazione no profit, è opportuno far chiarezza su un’ulteriore distinzione che riguarda queste particolari attività: esistono, infatti, le associazioni riconosciute e quelle non riconosciute.

Le associazioni riconosciute devono essere necessariamente costituite alla presenza di un notaio e devono avere un capitale minimo di almeno 15mila euro. In questo caso, i creditori hanno la possibilità di rivalersi solo ed esclusivamente sul patrimonio dell’ente e non sugli associati.

Le associazioni non riconosciute, invece, possono essere costituite anche in assenza di notaio: basta, infatti, che i soci firmino l’atto costitutivo e lo statuto e non è necessario il versamento di un capitale minimo. In questo caso non è previsto il riconoscimento di persone giuridiche e, pertanto, chi le amministra risponde col suo patrimonio personale nell’eventualità in cui quello dell’associazione non si rivela sufficiente.

Come già sottolineato, è possibile distinguere diverse tipologie di associazioni no profit, sulla base dell’ambito in cui esse operano:

  • l’Associazione Culturale: ha la finalità di promuovere attività culturali (come per esempio l’istruzione, la ricerca, la conservazione e/o la tutela e/o la valorizzazione dei patrimoni artistici, enogastronomici, linguistici, naturalistici, storici etc.);
  • l’Associazione di Volontariato o ODV: ha lo scopo di prevenire situazioni di bisogno, disagio ed emarginazione di carattere socioeconomico (l’attività dei volontari è resa in maniera prevalente verso terzi in stato di bisogno e non verso i propri associati);
  • l’Associazione di Promozione Sociale o APS: mira ad accrescere il benessere e a migliorare la qualità della vita dei propri associati, dei loro familiari o di terzi (l’attività dei volontari è svolta in maniera prevalente verso i propri associati);
  • l’Organizzazione non Lucrativa di Utilità Sociale o ONLUS: persegue interessi solidaristici (come, per esempio, l’assistenza sociale o sanitaria, la beneficenza, la formazione, la promozione della cultura e dell’arte, la ricerca scientifica etc.);
  • l’Associazione Sportiva Dilettantistica o ASD: punta a promuovere attività sportive di tipo dilettantistico, incluse le attività didattiche, nell’ambito delle discipline regolamentate dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI);
  • l’Ente del Terzo Settore o ETS: associazioni no profit iscritte al Registro Unico Nazionale Terzo Settore (RUNTS).

È importante che tu sappia, a questo punto, che le ONLUS non rappresentano una categoria strettamente giuridica, bensì fiscale: ci sono associazioni ONLUS e associazioni non ONLUS, così come ci sono anche organizzazioni ONLUS che non sono associazioni.

 

Chi può creare un’associazione no profit o farne parte

Un’associazione senza scopo di lucro è un ente non commerciale composto da 3 o più persone che decidono di darsi un’organizzazione per raggiungere insieme scopi di natura ideale, solidale o di utilità sociale.

Se stai pensando di costituire un’associazione no profit, quindi, è necessario che tu riunisca un gruppo di persone unite dallo stesso obiettivo, che diventeranno i soci fondatori dell’associazione stessa. Pur non esistendo un numero preciso di soci fondatori, ricorda che in alcuni casi è richiesto un numero minimo per accettare l’iscrizione all’albo delle ODV.

Per poter costituire un’associazione no profit sono necessari:

  • l’atto costitutivo, cioè un documento al cui interno sono contenute tutte le informazioni obbligatorie previste dalla legge (come, per esempio, la denominazione e i dati degli associati fondatori);
  • lo statuto, ossia un testo che ha lo scopo di disciplinare il funzionamento dell’associazione e dei suoi vari organi.

Sia l’atto costitutivo che lo statuto devono essere sottoscritti dai soci fondatori.

All’interno dello statuto devono essere indicati gli organi sociali dell’associazione, a cui spetta il compito di vigilare sul rispetto e l’attuazione delle regole fissate dal contratto e di guidare il percorso dell’ente verso il raggiungimento del suo scopo. Gli organi principali di un’associazione no profit, nello specifico, sono:

  • il Presidente, che è eletto dall’Assemblea dei soci, dirige l’associazione e la rappresenta anche in giudizio e che presiede il Consiglio direttivo mettendo in atto le sue decisioni;
  • il Consiglio direttivo, anch’esso eletto dall’Assemblea dei soci, che rappresenta l’organo esecutivo dell’ente in relazione a tutte le decisioni inerenti all’organizzazione e all’attività dell’associazione;
  • l’Assemblea dei soci, che si riunisce annualmente per l’approvazione del bilancio sociale e del programma annuale delle attività da svolgere, sulla base di ciò che è elaborato dal Consiglio direttivo (l’Assemblea dei soci è l’unico organo che può deliberare le modifiche dello statuto e lo scioglimento dell’associazione).

Affinché la tua associazione sia riconosciuta come “senza scopo di lucro”, ricorda, è necessario che essa soddisfi alcuni requisiti:

  • devono essere soddisfatte le condizioni previste da norme di legge o di regolamento per la costituzione dell’ente;
  • lo scopo deve essere possibile e lecito;
  • il patrimonio deve risultare adeguato alla realizzazione dello scopo;
  • la consistenza del patrimonio deve essere dimostrata da idonea documentazione allegata alla domanda.

Una volta che avrai costituito l’associazione, puoi richiedere all’Agenzia delle Entrate il codice fiscale, necessario per svolgere tutte le operazioni fondamentali (come, per esempio, aprire un conto corrente aziendale e stipulare contratti).

Entro 20 giorni dalla costituzione dell’associazione, devi inoltre procedere alla sua registrazione presso la stessa Agenzia delle Entrate. Si tratta di un passaggio fondamentale, perché ti consentirà di ottenere agevolazioni fiscali e contributi pubblici. Per usufruire delle agevolazioni fiscali devi, però, compiere un ulteriore passo: trasmettere (entro 60 giorni dalla costituzione dell’associazione) il modello EAS all’Agenzia delle Entrate.

Sempre all’Agenzia delle Entrate, nel caso in cui preveda di svolgere abitualmente operazioni commerciali, puoi anche richiedere la Partita Iva per associazione.

 

Come si finanziano le associazioni no profit

Una delle domande più ricorrenti tra chi, come te, si interroga su come costituire un’associazione no profit è la seguente: come si finanziano queste particolari organizzazioni?

Per rispondere a questo quesito devi effettuare un’analisi accurata della situazione, presente e futura. Innanzitutto, è bene che tu ti domandi se lo scopo che hai deciso di perseguire con la tua associazione sia in grado di rendere sostenibile la tua avventura imprenditoriale, trovando il consenso di tante altre persone disposte a fornirti un aiuto (sia esso pubblico o privato) e/o riuscendo a intercettare i bisogni o gli interessi di una porzione di mercato sufficientemente ampia.

All’interno della tua analisi, quindi, devi considerare anche l’opportunità di avvalerti di professionisti del settore in ambito marketing e di affinare al meglio le tue strategie promozionali, con tutto ciò che ne consegue in termini di costi.

Come già sottolineato, l’associazione no profit può anche produrre e vendere beni e/o servizi, ma in nessun caso può distribuire gli utili della sua attività economica tra gli associati. Ciò vale anche al momento dello scioglimento dell’associazione stessa: in questo caso, infatti, il patrimonio attivo va devoluto a un’associazione (o a più associazioni) senza scopo di lucro.

Uno degli aspetti più discussi quando si parla di associazioni no profit è quello legato ai compensi all’interno di questo tipo di enti. A questo proposito devi sapere che non è previsto un compenso per i membri del consiglio direttivo o per i soci per la semplice carica che essi ricoprono, ma possono ricevere somme di denaro per le attività che essi effettivamente prestano all’interno dell’associazione, nel rispetto della legislazione che disciplina le forme contrattuali con cui sono regolati i rapporti tra loro e l’ente.

 

Costi e adempimenti fiscali per le associazioni senza scopo di lucro

Prima ancora di pensare a come si finanzia un’associazione no profit, in realtà, dovresti soffermarti su quanto costa aprire un’associazione senza scopo di lucro e assicurarti di avere le idee ben chiare sulle implicazioni dal punto di vista fiscale.

Il passo più importante, come sottolineato, è la registrazione presso l’Agenzia delle Entrate dell’atto costitutivo e dello statuto. Il costo indicativo di questa operazione è pari a 200 euro più bolli (laddove previsti).

Per usufruire dei benefici fiscali riservati alle associazioni senza scopo di lucro, ricorda che devi trasmettere all’Agenzia delle Entrate il modello EAS. Per quanto riguarda le agevolazioni, devi sapere che sono da ritenere non commerciali e, perciò, non soggette a tassazione:

  • le attività che sono svolte verso gli associati, in conformità alle finalità dell’associazione, per le quali non è richiesto uno specifico corrispettivo economico;
  • le quote associative dei soci e gli altri contributi da loro versati;
  • le donazioni che sono ricevute dall’associazione;
  • i contributi che sono corrisposti da parte delle amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato, in regime di accreditamento, di attività con finalità sociali esercitate in conformità agli scopi dell’ente;
  • i fondi provenienti da raccolte pubbliche effettuate occasionalmente per determinate festività o ricorrenze;
  • i corrispettivi che sono ricavati dalla cessione, anche a terzi, di proprie pubblicazioni cedute prevalentemente agli associati.

Ricorda, però, che per ricevere tali benefici fiscali, le associazioni no profit (anche quelle regolarmente costituite) devono anche necessariamente rispettare le regole fissate dalla legislazione fiscale. In caso contrario potrebbero scattare contestazioni fiscali, col rischio di dover pagare sanzioni economiche e di perdere la qualifica di ente non commerciale. Per questo motivo (e non solo) è importante che tu sappia come costituire un’associazione no profit prima di compiere questo importante passo.

 

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Nicola Zanetti

Founder B-PlanNow® | Startup mentor | Startup consulting & marketing strategist | Leading startup to scaleup | Private angel investor | Ecommerce Manager | Formatore professionale | Blogger | Scrittore

Sono Nicola Zanetti, un fervente appassionato di accelerazione aziendale e un pioniere nel campo dell'innovazione imprenditoriale. Con una carriera dedicata al management, sono il fondatore di B-PlanNow® un'iniziativa rivoluzionaria che riflette la mia dedizione nel supportare lo sviluppo e la scalabilità delle startup. La mia esperienza professionale è un mosaico di avventure imprenditoriali sia in Italia che a livello internazionale. Ho trascorso anni significativi in Cina, mesi in Egitto e Svizzera, acquisendo un'intuizione globale e una comprensione approfondita delle diverse culture aziendali. Questi viaggi mi hanno permesso di tessere una rete globale e di acquisire una prospettiva unica sul business internazionale.

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