
E-commerce in Italia 2021, online il report di Casaleggio Associati
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Lo scorso anno si stima che abbiano abbassato definitivamente la serranda oltre 390 mila imprese del commercio non alimentare e dei servizi di mercato, contro 85.000 nuove aperture, per un totale di -11,3%. In contrapposizione, le imprese che si sono registrate al Registro imprese con codice ATECO 47.91.1 relativo al commercio online (primario o secondario) sono 10.467, contro le 6.968 dell’anno precedente. La crescita è del 50%, contro il 20% dell’anno precedente. Oltre alle nuove imprese, è importante considerare anche PMI già esistenti: pre-covid le PMI che vendevano online tramite e-commerce sul proprio sito web erano il 9%, mentre a fine anno sono aumentate al 17,2% (+8,2%). Molte PMI hanno optato invece per vendere tramite social media o con altre modalità (es. moduli online) passando dal 15,6% pre-emergenza, al 27,8% (+12,2 punti).
L’online
In Italia la diffusione dell’online tra la popolazione (dai 2 anni in su), nel mese di dicembre 2020 ha raggiunto quota 74,7% (+4,7% rispetto all’anno precedente) con 44,7 milioni di utenti unici mensili e un incremento di 3,2 milioni di utenti. Gli utenti che accedono da smartphone sono 39,3 milioni (il 90% della popolazione maggiorenne). Nel giorno medio sono connesse 32,2 milioni di persone e il 70,9% lo fa da smartphone, per un tempo medio di 2 ore e 18 minuti.
Il 2020 ha creato una domanda di milioni di persone che non avevano mai provato prima l’online, ma soprattutto ha spostato gli investimenti di molte aziende che vedono nella vendita online la via per gestire la crisi.
Per questo motivo il 2021 sarà l’anno delle grandi manovre nel mercato dell’e-commerce con operazioni di consolidamento e un passaggio interno alle aziende dall’essere regalato ad un’area di ricerca e sviluppo diventando una parte fondamentale delle aziende.
L’e-commerce
La spesa media per e-shopper e pari a 674 euro. Il 67% degli utenti ha acquistato online da siti esteri e praticamente la totalità ha acquistato tramite marketplace: il 94% su Amazon, il 52% su eBay e il 44% su Zalando. I brand si sono trovati a far fronte all’incremento della base utenti e all’evoluzione delle abitudini di consumo.
I temi
Temi come la digitalizzazione dei pagamenti, la gestione dei magazzini e della logistica, lo sviluppo della relazione con il cliente sono diventati cruciali nel corso dello scorso anno. Ad esempio, nel 2020 il 58% delle interazioni con i brand e avvenuto online, con un aumento del 17% rispetto al 2019. Una percentuale che continuerà a crescere nel 2021 vista la richiesta dei consumatori di digitalizzazione dei brand. Sono più di 16 milioni gli italiani che pensano che il cambiamento delle proprie abitudini, dopo l’emergenza sanitaria, sia irreversibile. Rispetto ai risultati della survey “Impatto del Coronavirus sull’e-commerce in Italia” pubblicata da Casaleggio Associati nel marzo 202050 secondo cui la maggior parte delle aziende e-commerce intervistate (il 54%) aveva visto calare il proprio fatturato a causa del Coronavirus, il 21% aveva visto un incremento e il 25% non aveva ancora percezione dell’incidenza, il 2020 invece si e chiuso con il 68% delle aziende che ha dichiarato un incremento di fatturato (con una variazione media di fatturato del +56%). Il 20% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver perso fatturato, dimezzandolo rispetto all’anno precedente, mentre il 12% è riuscito a mantenerlo stabile. Il numero delle aziende che ha venduto di più tramite e-commerce è dunque positivo. Nonostante ciò, molte di queste aziende appartengono a settori che pesano relativamente poco sul totale fatturato e-commerce e dunque questo trend positivo non è sufficiente a spostare l’ago della bilancia del totale fatturati.
Link:
https://www.casaleggio.it/focus/rapporto-e-commerce-in-italia-2021/